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Conferenza Movimento club Pannella
Partito Radicale Rinascimento - 9 gennaio 1997
Corriere della Sera (Giovedì, 9 Gennaio 1997)
(rilanciato da s.scandura)

L'ex presidente della Consulta è preoccupato: vanificata l'indicazione popolare sul maggioritario e il »no ai soldi pubblici ai partiti del '93

»I politici hanno tradito gli italiani

»Il capo dello Stato doveva invitare ad una pausa di riflessione con un messaggio alle Camere. Avrebbe così esplicato il suo ruolo di garanzia mediando tra ceto politico ed elettorato così lontani su questo tema

Caianiello: quei dati dimostrano che Mattarellum e nuova legge sul finanziamento vanno contro l'elettorato

di Enrico Caiano

MILANO - »Mettiamoci davanti tanti se, ma se i risultati di questo sondaggio sono realistici credo che la classe politica dovrebbe preoccuparsi: i dati dimostrano che c'è una frattura con la società civile. E non è un segnale confortante . Per l'ex presidente della Corte costituzionale ed ex Guardasigilli del governo Dini, il giurista Vincenzo Caianiello, i Riformatori di Marco Pannella, commissionari del sondaggio e promotori del referendum sull'abolizione della quota proporzionale, stanno mettendo a fuoco due casi di prepotenza della politica nei confronti del corpo elettorale.

Dunque, professor Caianiello: quel 53,2 di italiani che secondo Datamedia ad un supposto referendum per l'abrogazione della nuova legge sul finanziamento pubblico dei partiti voterebbe per cancellarla, secondo lei esiste davvero?

»A sentire gli umori della gente su questo tema credo che il sondaggio sia molto affidabile. La legge sarebbe abrogata, tenendo conto anche degli incerti, anche se con una maggioranza risicata. Certo, nel '93, quando il referendum proposto da Pannella abrogò la precedente disciplina sul finanziamento il risultato fu ben superiore: addirittura il 90,3%. Ma in quell'occasione l'elettorato era in rotta con quella partitocrazia. Oggi la situazione è un po' diversa .

Non troppo, visti questi dati...

»Già. E secondo me dipende dal fatto che ci sono molti punti di omogeneità tra questa legge e quella abrogata.

Indubbiamente l'esigenza del finanziamento dei partiti esiste, sempre che metta fine al finanziamento occulto. Io sono d'accordo, penso che lo Stato debba in un modo o nell'altro intervenire. Ma tengo anche conto del fatto che il corpo elettorale aveva detto di no. E nel '93, non decenni fa: le schede di quel referendum sono ancora fresche. Da democratico credo che chi è in minoranza (come me in questo senso) debba però rispettare i diritti della maggioranza .

Dunque la gente si sente tradita da questa legge approvata tanto velocemente dalle Camere.

»Credo di sì ed è per questo che io avrei voluto vedere un intervento del capo dello Stato dopo quella approvazione: invitare il Parlamento ad una pausa di riflessione con un messaggio alle Camere. E non sarebbe stata la sua un'invasione di campo, soltanto un'esplicazione della funzione di garante, una mediazione tra due campi: quello dell'elettorato e quello del ceto politico. Sono in tanti a sostenere come me che un termine di cinque anni prima di modificare l'indicazione del corpo elettorale siano un tempo di ragionevole attesa. Invece questa manomissione si è già verificata non soltanto per il finanziamento ai partiti, ma anche per la responsabilità civile dei magistrati e... con il Mattarellum per quanto riguarda l'indicazione di un sistema elettorale maggioritario .

Anche su questo tema ha visto il sondaggio Datamedia? Oltre la metà degli italiani ignorava che tra i quesiti all'esame della Consulta ce ne fosse uno per l'abolizione del proporzionale. Ma ora che lo sa, nel caso il referendum si facesse, sarebbe il 64,2 dell'intero campione a chiedere l'abolizione.

»Dal sondaggio emerge chiaramente l'orientamento della società civile contro il Mattarellum: non è altro che una riconferma piena della scelta fatta con le consultazioni referendarie promosse da Segni. La classe politica che ha manomesso quei risultati dovrebbe rendersi conto che c'è una volontà per il maggioritario. Che non significa necessariamente maggioritario secco: un sistema, questo, che si adatterebbe male alla realtà italiana. Può senza strappi significare doppio turno. E indipendentemente dalla decisione della Consulta sul referendum la classe politica deve rendersi conto di questa frattura con l'indicazione data dalla società civile. Non può continuare a nascondersi dietro formalismi giuridici. Deve reagire ed ascoltare il corpo elettorale, che sembra inerte ma quando rispose ai referendum Segni dimostrò piena consapevolezza delle proprie potenzialità politiche .

 
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