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Conferenza Movimento club Pannella
Partito Radicale Rinascimento - 9 gennaio 1997
Corriere della Sera (Giovedì, 9 Gennaio 1997)
(rilanciato da s.scandura)

La Corte costituzionale ha avviato l'esame dei 18 quesiti proposti dai Club e oggi affronterà i 12 delle Regioni

Referendum, via alla grande attesa

E il leader riformatore alla Consulta insiste negli esposti contro Scalfaro e le Camere

ROMA - Il lungo viaggio dei referendum è cominciato. La Corte costituzionale, sotto la presidenza di Renato Granata, si è riunita ieri mattina alle 9.30 in camera di consiglio per cominciare l'esame delle trenta richieste, 18 delle quali presentate dai riformatori di Marco Pannella e le altre 12 da varie regioni italiane.

La Corte ieri ha ascoltato gli avvocati che rappresentano i Comitati promotori dei referendum proposti dai riformatori.

Oggi toccherà invece ai legali delle regioni. Nel pomeriggio, verso le 17, a Palazzo della Consulta è arrivato Marco Pannella. Il leader dei riformatori ha presentato in Cancelleria una estensione del conflitto di attribuzioni tra poteri dello Stato relativo alla nuova legge sul finanziamento ai partiti, conflitto sulla cui ammissibilità la Corte dovrebbe prendere una decisione oggi. Oltre che nei confronti di Camera e Senato, Pannella ha sollevato il conflitto anche per l'operato del presidente Scalfaro, »colpevole secondo i riformatori di aver controfirmato e promulgato la legge che avrebbe vanificato il risultato del referendum del '93 che ha decretato la fine del finanziamento pubblico dei partiti.

Pannella ha duramente attaccato il Polo, accusandolo di essere ormai »un frantoio, dal quale non esce che pessimo olio d'Ulivo . Berlusconi, dice il leader dei riformatori, »vuole fare con D'Alema: la Costituzione della nuova Repubblica, un governo di coalizione, accordi in particolare sul sistema delle comunicazioni e sulle riforme della giustizia. Insomma tutto. Fini non è troppo d'accordo. Preferisce scaricare la responsabilità dell'accettazione sui "parlamentari del Polo", per quel che il 15 sarà fatto in Senato: una "Bicamerale per l'oligarchia".

Coraggioso, coraggiosamente obbedisce e subisce. Insieme, dimenticavo, hanno condotto la guerra-lampo sul finanziamento pubblico .

La Corte continuerà l'esame dei 30 referendum anche domani e se non arriverà ad una conclusione, i lavori verranno rinviati alla prossima settimana. Una volta che i giudici costituzionali si saranno pronunciati, per i referendum dichiarati ammissibili gli elettori verranno chiamati alle urne per una domenica compresa tra il 15 aprile ed il 15 giugno. Ferma restanto la possibilità che saltino quelle consultazioni popolari il cui oggetto abbia subito modifiche sostanziali da parte del Parlamento.

Sull'ammissibilità di ogni singolo referendum si deciderà a maggioranza dei presenti. In caso di parità il voto del presidente varrà doppio.

 
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