Roma, 10 gennaio 1997Sulla decisione della Corte Costituzionale di dichiarare inammissibile il conflitto di poteri fra Comitato Promotore del referendum del '93 ed il Parlamento, Radio Radicale ha raccolto alcuni commenti:
"Non sono un esperto di diritto costituzionale - afferma Antonio Martino di Forza Italia - ma a me sembra che non da motivazioni giuridiche è stata determinata questa decisione, ma da ragioni di opportunità politiche. Se fosse vero sarei molto preoccupato perché significherebbe che l'organo supremo di controllo della costituzionalità, della applicazione delle leggi è condizionato in maniera non accettabile. Vediamo con rammarico la scelta della Corte di non garantire la volontà popolare. La strada da perseguire è quella di un nuovo referendum sulla legge appena approvata dal Parlamento".
"Con la decisione di neppure entrare nel merito della nuova legge sul finanziamento pubblico - afferma Marco Taradash di Forza Italia - e con l'ostracismo opposto al comitato referendario, la Corte Costituzionale ancora una volta si rivela ancella del sistema dei partiti e chiude con la sua decisione il capitolo della restaurazione partitocratica. Vedremo se il Polo saprà dire no ad una Commissione Bicamerale che ormai, in assenza di impegni chiari su un indirizzo maggioritario-bipolare, si ridurrebbe ad un puro e semplice restauro della facciata del Palazzo dei partiti arredato di nuovo grazie al finanziamento pubblico col mobilio della prima Repubblica. A questo punto le strade che si aprono ai riformatori, ai liberali, ai democratici, sono quelle della Costituente da una parte, intesa non come strumento, ma come lotta per il presidenzialismo ed il federalismo, e di un nuovo referendum contro il finanziamento pubblico ai partiti. Sarà su questi binari che si potranno incontrare di nuovo le energie di rinn
ovamento civile, economico, e istituzionale che seppero dare vita ad una grande speranza liberale nella Primavera del '94".