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Conferenza Movimento club Pannella
Manfredi Giulio - 13 gennaio 1997
PALMA SULLA CANDIDATURA A SINDACO DI TORINO DI AMEDEO D'AOSTA:
"A ROMA, SUL FINANZIAMENTO PUBLICO E SUI REFERENDUM, IL POLO RENDE ONORI, E CHIEDE FAVORI (CONCESSI) AL RE, CIOE' A SCALFARO. E' NORMALE CHE A TORINO...".

DICHIARAZIONE DI CARMELO PALMA, CONSIGLIERE COMUNALE DEL MOVIMENTO DEI CLUB PANNELLA-RIFORMATORI:

"Non conosco Amedeo D'Aosta, nè i supoi programi per Torino: mi sembra, però, che nè lui, nè la sua parentela, abbiano finora dimopstrato "le phisique et l'esprit du role" con cui, dal trono quirinalizio, Scalfaro regge ed indirizza le sorti della politica italiana. Non c'è da stupirsi, se ripiega su Torino: a Roma la strada è sbarrata. Il Re c'è già: è Scalfaro.

Chi mi stupisce è il Polo: sui referendum (firmati per la gran parte da elettori del Polo) attende che la Corte Costituzionale (per amore di metafora, la "Corte del Re") faccia fuori questo intralcio all'inciucio bicamerale; sul finanziamento pubblico dei partiti, cioè sulla rapina di un altro referendum, ha ottenuto la firma del sovrano.

Il Polo si è insomma arreso all'idea che in Italia c'è un regime: e lo onora come può e come sa, anche arrendendosi all'idea che sia necessario avere un re. Nulla di strano dunque che, con l'entusiasmo dei neofiti, non trovi di meglio che candidare a Sindaco di Torino un pretendente al trono".

Torino, 13 gennaio 1997

P.S. "Trovo improprio ed ingeneroso rinfacciare ad Amedeo D'Aosta gli "errori" di famiglia. Trovo più preoccupanti "gli orrori" politici che, da piazza del Quirinale (fra Presidenza della Repubblica e Consulta) si vanno compiendo in questi giorni. Ma non mi stupisce che il Polo sorvoli sugli uni e sugli altri.".

 
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