LA CORTE ITALIANA ESAMINA LA VALIDITA' DEI REFERENDUM
Articolo di Robert Graham pag 3 da Roma
La Corte Costituzionale italiana ha iniziato ad esaminare questa settimana la validità di 30 proposte referendarie, che vanno dall'eliminazione della quota proporzionale della legge elettorale alla discriminazione nell'suo di marijuana. Si tratta del più grande pacchetto di referendum che la Corte abbia mai preso in esame, per il quale si attende la sentenza prima della fine del mese. Una così grande quantità di referendum potrebbe preoccupare per il fatto che andrebbe ad estendersi ad aree di riforma che invece sono di competenza propria del Parlamento. "Trenta sono troppi, e le tematiche non sono facilmente comprensibili da tutti", dice Leopoldo Elia, componente della Corte Costituzionale e senatore del Partito Pololare. "Il referendum è una forma di partecipazione popolare e come tale rappresenta un diritto. Ma si può abusare di un diretto", aggiunge. L'enorme numero di referendum è stato promosso dai sostenitori del veterano riformatore Marco Pannella. Durante il fine settimana, Marco Taradash, uno dei
deputati che sostiene la campagna referendaria pannelliana, dichiara: "Non dipende da un conclave di giuristi la decisione se si tratti o meno di un abuso, ma dal popolo. La Costituzione non impone limiti sul numero delle tematiche prese in esame, ma deve essere il libero mercato della politica a decidere". Fino ad oggi il numero maggiore di referendum ammessi dalla Corte è stato di 12, votati nel 1995. Iniziando nel 1974, con un referendum sul divorzio, ben 39 temi di riforma sono stati decisi in questo modo. Se qualcuna delle proposte referendarie dovesse superare l'esame, ed ottenere le 500.000 firme necessarie, si voterebbero ad aprile o a maggio. Il tema di maggior rilievo che la Corte costituzionale deve analizzare è la proposta di abolire il residuo 25 per cento della quota proporzionale nelle due Camere del Parlamento. Se superasse l'esame e venisse votato dal popolo, la vita politica italiana passerebbe ad un sistema maggioritario basato sul 'first-past-the-post'. E questo creerebbe una maggiore pol
arizzazione fra governo e opposizione, e l'eliminazione dei partiti minori. Sarà difficile per i giudici scelti politicamente nella corte costituzionale prendere una posizione puramente giuridica su questo tema dato che la prospettiva di eliminare l'equilibrio dato dal peso dei piccoli partiti avrebbe effetti profondi nella politica italiana. Dodici dei trenta referendum sono stati presentati da un gruppo di Regioni per abolire una serie di pratiche 'centralizzate'. Se venissero approvati, le nuove competenze delle regioni includerebbero la possibilità di ratificare direttive dell'Unione Europea senza dover aspettare lo Stato, di approvare le leggi di Bruxelles, e di porre fine al controllo diretto dello Stato sulle amministrazioni locali. Quattro referendum riguardano il sistema giudiziario, e spaziano dalla riforma del sistema elettorale del CSM, alle carriere dei magistrati, che procedono solo per anzianità e non per competenze, fino alla responsabilità civile dei magistrati. Altri referendum hanno il mar
chio del progetto Radicale di liberalizzare l'economia più velocemente. Le proposte referendarie di questa sfera includono l'abolizione della quota della golden share nelle privatizzazioni e l'abolizione della ritenuta d'acconto affinché l'impiegato possa pagare autonomamente le tasse senza che gli vengano trattenute alla fonte. I Radicali hanno anche proposto di demilitarizzare la Guardia di Finanza.