Roma, 14 gennaio 1997
Dichiarazione di Marco Pannella:
"Capisco le proclamazioni indignate che non potevano mancare, da parte di chi ha attivamente concorso ad esercitare le difese, tecniche e non, della realtà del 'manicomio' in difesa degli attuali imputati. Fanno il loro dovere. Ma esistono alcuni, fatti, misfatti, ed una realtà storica orripilante che non è riuscita ad avere ingresso - almeno così per il momento pare - nella ricerca di giustizia, anche grazie ad anomalie 'tecniche' che possono legittimare sospetti ed anche denunce gravissime.
E' vero o non è vero che nei due processi, ed in altri connessi, non si riscontra nemmeno una costituzione di parte civile da parte delle centinaia di famiglie naturalmente interessate all'accertamento della verità e alla punizione dei responsabili? E' vero o non è vero che questa 'anomalia' è causata e da un clima fortemente sospetto sul piano sociale e da omissioni di atti obbligati secondo i nostri codici? E' vero o non è vero che nel manicomio - oltre a quanto sin qui conosciuto e spesso non preso in adeguata considerazione - era in atto una vera e propria epidemia di tubercolosi e che le condizioni di 'cura' sono equivalse all'omicidio di moltissimi degenti, e al pericolo che l'epidemia superasse i confini dell'ospedale psichiatrico? E' vero o non è vero che imputati amministrativi e imputati medici o paramedici, con posizioni diverse e strutturalmente conflittuali, hanno avuto per un periodo di tempo gli stessi difensori? E' vero o non è vero che 'l'esperto' Cancrini è stato di fatto estromesso co
n procedure e deliberazioni che oggi rivelano tutta la loro pretestuosità e arbitrarietà?
Quanto al dogma dell'immacolatezza di qualsiasi categoria e di qualsiasi ambiente ho forti difficoltà, non solamente teologiche, ma anche storiche e ambientali, per recepirlo. Anzi non credo molto alla illibatezza di chi, accusato di reati o di comportamenti che non hanno nulla a che vedere con la sfera sessuale, ti risponde strillando la propria verginità.
Per finire: il 18 v'è udienza, una delle ultime se non l'ultima. Il nostro passo, e l'interrogazione del Senatore Milio, è volto anche a porre a ciascuno le proprie responsabilità. Alle autorità giudiziarie di Agrigento e di Sicilia, al Ministro Flick, al Csm, al Procuratore Generale di Cassazione ed al 'Quarto Potere' di stampa e tv".