di Angiolo Bandinelli
(L'Opinione delle Libertà, 14 gennaio 1997)
Perché il sistema politico italiano non può funzionare? Perché i partiti sono così attaccati alle logiche di un proporzionalismo esasperato, intollerante di critica e di ogni tentativo di riforma? Perché il governo non riesce a governare e le sue decisioni sono continuamente paralizzate? Perché il Parlamento è una macchina lenta e inaffidabile? Per capirlo, date un'occhiata alla lista che segue, compilata a cura del Movimento dei Club Pannella e che registra puntualmente i partiti e movimenti attualmente rappresentati in Parlamento. L'elenco, forse, non è nemmeno completo, e comunque non è esteso alle forze politiche non rappresentate.
1) Alleanza Democratica, Coord. naz. Willer Bordon; 2) Alleanza Nazionale, Presid. Gianfranco Fini; 3) Cattolici Liberali, Presid. Alberto Michelini; 4) Centro Cristiano Democratico, Segret. Pierferdinando Casini; 5) Comitati per l'Ulivo; 6) Comunisti Unitari, Coord. naz. Famiano Crucianelli; 7) Cristiani Democratici Uniti, Segret. pol. Rocco Buttiglione; 8 Federalisti Liberali, Coord. pol. Luigi Negri; 9 Federazione Laburista, Presid. Valdo Spini; 10 Federazione dei Verdi, Portavoce naz. Luigi Manconi; 11) Forza Italia, Presid. Silvio Berlusconi; 12) Italia Democratica, Coord. naz. Nando Dalla Chiesa; 13) Italia Federale, Presid. naz. Irene Pivetti; 14) Lega d'Azione Meridionale, Presid. Giancarlo Cito; 15) Lega delle Regioni, Segret. Mario Rigo; 16) Lega Nord per l'indipendenza della Padania, Segret. Umberto Bossi; 17) Movimento dei Club Pannella-Riformatori, Presid. Marco Pannella; 18) Movimento dei Cristiano-Sociali, Coord. polit. Pierre Carniti; 19) Movimento Italiano Democratico, Presid. naz. Sergio B
erlinguer; 20) Movimento per la Democrazia - La Rete, Coord. naz. Leoluca Orlando; 21) Movimento Sociale Fiamma Tricolore, Segret. naz. Pino Rauti; 22) Partito della Rifondazione Comunista, Segret. Fausto Bertinotti; 23) Partito Democratico della Sinistra, Segret. Massimo D'Alema; 24) Partito Popolare Italiano, Segret. Gerardo Bianco; 25) Partito Repubblicano Italiano, Segret. pol. Giorgio La Malfa; 26) Partito Sardo D'Azione, Presid. Franco Meloni; 27) Patto Segni, Presid. Gianni Rivera; 28) Partito Socialista Democratico Italiano, Segret. naz. Gian Franco Schietroma;
29) Riforme e Libertà, Presid. naz. Giulio Savelli; 30) Socialisti Italiani, Segret. naz. Enrico Boselli; 31) Sudtiroler Volkspartei, Presid. Siegfried Brugger; 32) Union Autonomista Ladina, Segret. pol. Fabio Chiocchetti; 33) Union Valdotaine, Segret. gen. Carlo Perrin; 34) Pour la Vallée d'Aoste, Presid. Cesare Dujany; 35) Unione Democratica, Presid. Antonio Maccanico; 36) Unione di Centro, Segret. naz. Raffaele Costa.
E' giusto che i cittadini si organizzino politicamente nelle forme e con le modalità che preferiscono. La rappresentanza degli ideali e delle culture nelle loro diversità, la profondità del radicamento sociale, sono valori essenziali nelle società liberali. Il problema è se il "sistema" politico/elettorale debba riconoscere in quanto tali, in modi frammentati, le formazioni che sorgono in difesa dei diversi interessi, e legittimarle ammettendole a concorrere al governo del paese in nome delle loro rivendicazioni, che sono ovviamente (e non potrebbe essere altrimenti) "corporative". Il nocciolo del dibattito in corso, dello scontro sui Referendum, ma anche sulla Bicamerale e sulla Costituente, è tutto qui. In questo confronto, le posizioni di coloro che vogliono esasperare la funzione "rappresentativa" dei partiti esprimono la tendenza conservatrice, che difende "identità" ed "etnie" nei confronti di diritto e legge. E' in queste posizioni che si annida il pericolo del ritorno di un decisionismo svincolato
da norme e regole: perché le necessità del governare in un contesto internazionale sempre più mobile e reattivo rischiano di sollecitare proprio dentro l'area proporzionalista, a causa delle sue lentezze e inaffidabilità, reazioni e sbandate pericolose. Ogni giorno di più appare preferibile e necessario che nel momento elettorale le diverse, plurime, forze e "culture" confluiscano stabilmente in due (o tre) "partiti elettorali", come avviene negli Stati Uniti e ovunque vige un corretto sistema maggioritario.