di Alessandro Salvaneschi
(La Padania, numero 0, sabato 4 gennaio 1997)
Pannella continua la sua protesta contro la nuova legge sul finanziamento della politica
Il leader riformatore promette: "I soldi che ci arriveranno li distruggeremo. Così si arricchisce solo la burocrazia"
Roma - Gauloises e poi toscanelli in bocca, accesi e poi spenti come chi cerca di smettere di fumare. Un volto da gattone. E proprio come un gattone arruffa il pelo ormai canuto, Marco Pannella alza la coda e attacca quando gli si rivolge qualche domanda insidiosa. Specie quelle che riguardano i soldi.
D. Quindici giorni di sciopero della fame contro la legge sul finanziamento ai partiti...
R. Direi non solo contro. E' per qualcosa. Perché questa legge non venga promulgata, e per il momento non è promulgata. Poi, perché la Corte Costituzionale che giudica questa cosa il 9 pomeriggio ci consideri legittimati a porre un conflitto di poteri, noi e il parlamento... Perché nel frattempo ci sia una mobilitazione dell'opinione pubblica. Lo sciopero della fame è un elemento di lotta in positivo. E infatti mi pare che siamo sempre più armati...
D. Si chiede a Scalfaro di non firmare...
R. Noi in verità chiedevamo di fare un messaggio e rinviarla alle camere. Non lo fa e a questo punto mi pare improbabile che lui rischi prima che la Corte Costituzionale si pronunci. Quello di avevano bisogno i partiti era di fare un colpo di mano, una rapina, prima che arriva la polizia a portare via il bottino. Credevano di esserci riusciti. Ci siamo mossi in modo tale per cui le mani ancora non ce le possono mettere sopra. Ma soprattutto l'opinione pubblica è preventivamente informata.
D. Quindi anche il meccanismo del 4 per mille non vi soddisfa?
R. Assolutamente no. Perché non è volontario. 160 miliardi quest'anno...
D. L'anticipo, sicuramente no. Ma dal prossimo anno vi è una espressione di volontà dei contribuenti...
R. Assolutamente no. Perché questi contribuenti possono stabilire che del denaro, che va per le questioni sociali, venga distratto e dato ai partiti. Basta il 15 per cento delle persone perché anche il restante 85 per cento venga coinvolto. Se i 110 miliardi vengono spesi, e quindi vanno via dal bilancio dello Stato, vuol dire che anche l'85 per cento degli italiani che non vuole... Chi se ne frega. In quota parte contribuiscono tutti. Quindi non è volontario.
D. Lei ha dichiarato che comunque farà la richiesta dei tre miliardi che spettano ai Club Pannella-Riformatori...
R. No. Andiamo per gradi. E' obbligatorio e non volontario. Finanza non una attività politica motivata e indicata di una organizzazione con la quale si è d'accordo, ma finanza il sistema dei partiti. Altro è se, come in America, come per le fondazioni, vi fosse un meccanismo di detassazione per le somme che vengono date.
D. Eventualmente, una volta giungessero questi soldi?
R. Se ne discuterà negli organi del partito. Io ho già detto che dovremo decidere come distruggerli, come effettivamente mostrare che noi non li usiamo.
D. Il rifiuto del finanziamento ai partiti è una condanna della forma partito?
R. Siamo contro i partiti e la proporzionale. Siamo contro i partiti italiani. Siamo contro il finanziare le burocrazie dei partiti, gli apparati dei partiti.
D. Con Berlusconi avete firmato un accordo preelettorale. Berlusconi dovrà versarvi subito 1,2 miliardi e poi 1,8 miliardi per ogni anno della legislatura, in cambio dell'appoggio dato dai Club Pannella al Polo alle ultime elezioni politiche...
R. Siamo gli unici che l'abbiamo reso pubblico al momento della firma. Oggi il voto ha un duplice effetto: il primo è quello di eleggere o non eleggere un parlamentare, il secondo è quello di attribuire alla forza politica che tu voti quello che la Camera dà per il funzionamento dei Gruppi... La seconda parte dell'accordo era quindi volta a garantire che l'apporto finanziario di ciascuno dei nostri voti continuasse a venire alla nostra organizzazione e non andasse ai nostri alleati del momento, ma comunque concorrenti.
D. E Radio Radicale, riceve un finanziamento per la diretta dal Parlamento per un servizio pubblico che nessuno è in grado di garantire, che alla Rai costerebbe cinque volte di più, poi riceve anche un finanziamento come organo di partito.
R. Siamo ferocemente contrari a qualsiasi finanziamento dell'apparato e delle burocrazie di partito. L'idea di sovvenzionare una attività di informazione l'abbiamo ritenuta accettabile. Anzi presentammo un progetto di legge nell'81 che la anticipava. Sulle modalità però abbiamo da dire... Ci sono, grazie alla legge sull'editoria, un mucchio di soldi che vanno a fantasmi. Radio Radicale non è un fantasma. Si valuta in oltre un milione l'ascolto medio della giornata.
D. Torniamo a parlare di referendum. Non sono pochi 18 referendum per dare una impronta liberista a questo Stato?
R. Ci sono 200 mila leggi. Ce ne vorrebbero probabilmente 160 mila da eliminare. Questo si fa con una rivoluzione liberale... Bisogna vedere se sono buoni o se sono cattivi. Io ritengo che solo il referendum sul sostituto d'imposta ha una valenza che distrugge tutte le burocrazie. E fa esplodere il problema dell'equità fiscale e anche del reperimento fiscale non centralizzato...
D. Non fa fallire anche lo Stato?
R. Questo Stato sì. Ma in tutto il mondo gli Stati vanno avanti senza questo. Ci vuole uno Stato federale... Gli Stati, in tutto il mondo, di tipo federalista vanno avanti come voglio io. Benissimo. Viva la morte di questo Stato.
D. Diciotto referendum che vanno a incidere su 18 leggi ordinarie ma non incidono sulla Costituzione.
R. Incidono su tutto. Il problema in Italia non è la Costituzione. Perché come è noto la Costituzione vigente non è stata vigente all'ottanta per cento... Quindi o cambi politica e classe dirigente o è inutile che cambi Costituzione perché questi continueranno a violare la Costituzione scritta in nome della Costituzione materiale... Se io li costringo a chiudere le loro botteghe centralizzate, tutto questo è un'esplosione federalista per un'Europa e un'Italia federalista.
D. E quindi la strada non è la riforma della Costituzione?
R. La strada è che si fa la Costituente, si ha una Costituente di partiti e quindi si ha una controriforma.
D. La Bicamerale è esclusa?
R. La Bicamerale sarà una controriforma. Un parlamento con queste componenti può fare una tatarellum, può fare una mattarellum. Con questa nostra strada, così come il divorzio ha mutato il paese... non ce li fanno votare, raccoglieremo altre firme per leggi di iniziativa popolare, raccoglieremo altre firme per referendum...
D. L'esperienza ci insegna che anche referendum vinti sono stati aggirati insisto. Non è quindi la Costituzione da modificare?
R. ...Ad esempio io sono contro il referendum propositivo, perché aggrava i rischi plebiscitari. Li ritengo il punto più alto della teoria politica questo del referendum abrogativo nella dialettica dello Stato moderno.
D. E' contro il referendum propositivo. E del referendum per l'autodeterminazione della Padania cosa pensa?
R. E come si fa. Roma ladrona che ha l'ottanta per cento del Parlamento cambia questa Costituzione? Basterebbe che questi staccassero la spina e nessuno saprebbe nemmeno che la Lega vuole cambiare la Costituzione. Loro del federalismo hanno paura. Il secessionismo lo invocano per fare paura.