Il leader dei riformatori incalza la Corte Costituzionale: ''La Santabarbara non violenta e' al colmo. Lo Stato e' sempre piu' fuorilegge''
Pannella rilancia: ''Altri 20 referendum''
E contro la Consulta minaccia azioni sul piano penale nazionale e internazionale ''La Corte rientri nel suo ruolo di verifica secondo la Carta e non secondo i propri
editti''
Articolo di Roberto della Rovere
ROMA - Troppi referendum? Marco Pannella non cede di un millimetro davanti alle critiche. Anzi, in attesa del
pronunciamento sui ''suoi'' 18 referendum, incalza la Corte Costituzionale rilanciando la posta. Cosi' per la prossima primavera getta nel piatto altri venti referendum: tra questi tutti quelli che eventualmente
venissero bocciati. Non basta: nei confronti della Consulta minaccia azioni ''anche sul piano penale nazionale e internazionale'' nonche' tutta una serie
di iniziative non violente (dalla disobbedienza civile alle interruzioni di pubblici servizi agli scioperi della fame anche di massa).
''La sopportazione ma anche la Santabarbara nonviolenta e' infatti giunta - spiega il leader riformatore - al suo colmo. La difesa della legalita', in Italia, sta esaurendo le sue vie legali. Lo Stato e' sempre piu'
fuorilegge. La difesa e' politica e rivoluzionaria, o non e'. Occorrono fatti. Eccoli''.
I fatti sono, appunto, l'offensiva sui fronti istituzionale, non violento e referendario che Marco Pannella annuncia mentre chiede che la Consulta ''rientri nel suo ruolo di verifica e di legittimita' costituzionale
secondo la Carta e non secondo i propri editti e i propri straripamenti di potere''.
Tutto questo, ovviamente, se la Consulta si comportera' come ''un plotone d'esecuzione'', impallinando, cioe', le
proposte di abrogazione politicamente piu' significative tra le diciotto che, proprio in questi giorni, sta esaminando. Un esame che sta impegnando i giudici costituzionali al di la' dei contenuti delle norme da
abrogare. La Corte stessa infatti - e questo viene giudicato dai riformatori gia' di per se' un risultato positivo - si e' trovata quest'anno al centro di un
grande dibattito giuridico che ha investito il suo ruolo e i suoi poteri.
''E se di fronte alle nuove proposte dell'anno prossimo forzera' la Costituzione un'altra volta - sottolinea Pannella - rischiera' di trovarsi nell'occhio di un vero e proprio ciclone, dal quale, a differenza di quanto
e' accaduto in passato, fatichera' a tirarsi fuori''.
In attesa che sia la stessa Corte presieduta da Renato Granata ad indicare quali referendum dovranno essere
eventualmente riproposti, almeno uno e' gia' certo: quello contro la legge che reintroduce il finanziamento pubblico ai partiti, legge gia' bocciata dagli italiani in una precedente consultazione.
Sara' il Consiglio generale del Movimento dei Club a decidere, tra il 23 e il 26 gennaio, la nuova campagna
referendaria che prevede anche nuove proposte di abrogazione, su temi a sfondo economico-sociale. In questi dovrebbero essere coinvolti i soggetti cosiddetti ''produttivi'': ovvero commercianti, industriali, artigiani.
Ma la nuova mobilitazione, fatta di migliaia di tavoli in tutta Italia, di cancellieri e di montagne di moduli, non sara' che uno degli elementi della triplice offensiva che il leader dei riformatori intende mettere in moto.
Gli altri prevedono da una parte l'attivazione della lotta non violenta, di disobbedienza e non collaborazione,
dall'altra il ricorso ai tribunali. Ovvero una mobilitazione ''sul piano del diritto nazionale e internazionale, anche attivando le norme dei codici penali''. L'obiettivo e' ottenere giustizia per una gamma di violazioni che secondo i riformatori vanno dall'attentato ai diritti
politici dei cittadini fino all'attentato alla Costituzione. ''La Corte infatti - ribadisce Pannella - deve limitarsi a prendere atto se sussistano o no, sul piano della Costituzione e del diritto, impedimenti straordinari,
gravi, patenti, che possano legittimare il divieto di svolgimento dei referendum, il divieto di voto democratico in Italia''.
Il Movimento dei Club Pannella infine rivolge un appello alla Corte Costituzionale ''perche' torni ad essere quella che la Costituzione repubblicana ha voluto per assicurare e non negare la sua forza e la sua
applicazione. E' intollerabile che uno solo dei referendum sia impedito''.
Marco Pannella annuncia un'offensiva non violenta sul piano istituzionale