La vicenda della protesta dei produttori di latte, indipendentemente dai torti o dalle ragioni relative alla questione specifica, consente una riflessione più generale sulla visione insopportabilmente regolamentativa e interventista che ancora prevale nelle istituzioni della Unione europea in materia agricola.
Le norme dell'UE relative alla politica agricola impongono tre tipi di intervento "antimercato": 1) la preferenza comunitaria, cioé la protezione doganale verso l'esterno; 2) la fissazione di limiti quantitativi alla produzione di latte di ciascun paese e l'assorbimento delle eccedenze relativamente ad altri beni; 3) la determinazione dei prezzi di alcuni generi alimentari. Tali modalità di intervento producono forti distorsioni e inefficienze nelle produzioni in questione. Infatti, i limiti quantitativi impediscono gli aggiustamenti dal lato dell'offerta, determinando un impiego delle risorse non in linea con le preferenze dei soggetti, mentre la determinazione dei prezzi per via amministrativa penalizza i produttori più efficienti, con un danno evidente per i consumatori. Solo una visione ottocentesca e pauperistica dell'economia, palesemente in contrasto con la realtà "eccedentaria" dell' agricoltura europea di oggi, può ammettere che i beni del settore primario siano sottratti alle regole del mercato e d
ella concorrenza. E' ora di "sbaraccare" l'oppressiva struttura normativa e amministrativa che governa il mercato agricolo europeo, iniettando dosi di liberismo anche in questo settore. Come Movimento dei Club Pannella dovremmo assumere una posizione coerente con i principi che guidano le nostre battaglie nazionali, ignorando il ricatto terminologico di chi accusa di "euroscetticismo" chiunque non condivida posizioni conformiste in materia di integrazione europea. Emma Bonino e Gianfranco Dell'Alba cosa ne pensano?