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IL CORRIERE DELLA SERA 7 GENNAIO 1997

DAL PDS UN SI' AI REFERENDUM

Pasquino apre una breccia nel fronte dei contrari della Quercia

Intervista al politologo Gianfranco Pasquino di Paola di Caro pag.9

"Secondo indiscrezioni la Corte sarebbe divisa sul giudizio di ammissibilità per i referendum elettorali: questo potrebbe portare al via libera"

D. E a lei andrebbe bene?

R. Se fossero ammessi io voterei sì

E' Gianfranco Pasquino, politologo, piddiessino doc, ad aprire una breccia nelle tentazioni anti-referendarie del partito di D'Alema. Nel Pds non c'è ancora una posizione ufficiale sui referendum , ma la freddezza e a volte il fastidio verso lo strumento impugnato come un'arma da Marco Pannella è palpabile. Fastidio che Pasquino non condivide, come già ieri in un commento proprio su 'L'Unità' lasciava capire. E questo perché i referendum potrebbero 'agire come forte spinta a fare, finalmente, una buona legge elettorale con il sistema maggioritario a doppio turno senza recupero proporzionale

D. Quindi lei ritiene che la Corte potrebbe ammettere i referendum elettorali?

R. Credo che sarà comunque una decisione sofferta e in qualche modo negoziata. E' ovvio che la Corte risente delle pressioni politiche ma non sono tutte di segno antireferendario. Oltretutto credo che la Consulta abbia buoni argomenti per giudicarli ammissibili.

D. Quali elementi?

R. Da un punto di vista giuridico questo è il caso classico del referendum abrogativo. Se si rispetta il senso originario della legge il quesito elettorale deve essere ammissibile.

D. Molti sostengono che se passassero i due referendum la legge elettorale non sarebbe immediatamente applicabile.

R. E' la teoria per cui la Corte bocciò questi referendum due anni fa. Però la stessa Corte potrebbe indicare nel dispositivo della decisione di ammissibilità che fino al momento in cui la nuova legge non venga completata, si vota con la vecchia.

D. La composizione della Corte favorisce questo esito?

R. No. La composizione farebbe al contrario pensare che siano minoritari i giudici favorevoli all'ammissibilità. I magistrati sono i più aperti, mentre per i giudici di nomina presidenziale è tutt'altro discorso... Avete fatto caso che nel messaggio di fine anno sulla scrivania di Scalfaro apparivano in bella mostra due libri: uno di Zagrebelsky e uno di Neppi Modona, entrambi giudici costituzionali di nomina presidenziale? Conosco bene 'l'ala torinese' della Corte, rappresenta il conservatorismo istituzionale. Credono che la Costituzione debba essere 'restaurata'. ma i restauri su un vecchio signore come è la nostra Carta portano al massimo a Dorian Gray...

D. E su gli altri quesiti che previsione fa? Quelli delle Regioni per esempio.

R. Se la Corte non li dichiarasse ammissibili farebbe male. Oltretutto molti vanno nella direzione della riforma Bassanini del decentramento, dunque c'è sintonia fra Governo e proponenti.

D. Il referendum sulla liberalizzazione delle droghe leggere?

R. In genere in materia di diritti la Corte è sempre stata molto aperta. Credo che passerà anche questo, soprattutto se dovessero essere bocciati quelli elettorali: attirerebbe l'attenzione e limiterebbe le critiche alla Consulta.Molto importante è anche quello sulla golden share: chi si ritiene liberale non può non sostenerlo.

D. ma lei, professor Pasquino se lo augura il sì della Corte ai referendum elettorali?

R. Vede, il fatto è che potrebbero portare a due risultati opposti: può succedere che sulla spinta del referendum il Parlamento si metta in testa che vanno accelerate le riforme e va fatta una buona legge elettorale maggioritaria, al limite anche a turno unico.Ma può anche succedere che sulla scia del referendum La Bicamerale si blocchi, le forze politiche si impantanino e la paralisi divenga totale.

D. E il rischio vale la candela?

R. Direi di sì. Visto che non sento una grande ansia riformatrice fra i protagonisti della politica, ritengo che il referendum possa dare la giusta scossa.

D. Consiglierebbe all'Ulivo di sostenere i referendum elettorali?

R. L'Ulivo? Io me lo sono perso, non lo vedo più... Ma un grande partito che è il primo della sua coalizione dovrebbe certamente fare una battaglia per il maggioritario, a turno unico o doppio. Tanto più un partito come il Pds che aspira a diventare il luogo dove le varie anime della sinistra si incontrano e si cementano. Se poi invece i partiti scelgono di suicidarsi, che devo dire? Affari loro...

 
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