Quando me ne sono occupata, Paolo Signorelli era in carcere da 7 anni in attesa di giudizio, ma la stampa di sinistra e l'opinione pubblica dei perbenisti antifascisti l'aveva gia' giudicato colpevole di tutte le nefandezze possibili e immaginabili. Paolo Signorelli stava morendo di carcere e di crepacuore, e i 40 ergastoli che gli pendevano sulla testa erano ormai una giusta e attesa orazione funebre e niente piu'. Non un dubbio, non un' esitazione: il mostro "nero" era condannato.Ricordo una sinistra inviperita. Ricordo insulti a non finire. Ricordo minacce e stridore di denti. Ma poi ricordo la resa dei magistrati che non hanno potuto portare a termine il loro "teorema" e che hanno dovuto cedere alla nostra richiesta di giustizia.
Ricordo l'apertura della cella di Signorelli e la decisione di farlo curare "in extremis".
Il dibattito sul garantismo che riempi' le pagine dei giornali di sinistra (Rossana Rossanda inizio' con un bellissimo articolo sul Manifesto questa presa di coscienza collettiva) si areno' appena si concluse il Caso Signorelli (assolto con formula piena e rimesso in liberta').
Ma le cose non cambiarono purtroppo, e il Giudice Vigna continua a "colpire il fascista" tra un'accusa e un' altra al cosidetto mostro di Firenze.
Oggi non e' un "nero" la vittima predestinata, ma un "rosso". Oggi e' Adriano Sofri il "mostro", l'agnello sacrificale.
E la sinistra tutta si indigna.
Ma dove eravate compagni per tutti questi anni?
Ma perche' non avete cercato di evitare la condanna di Adriano quando ancora era possibile farlo? Eravate forse troppo occupati ad accusare i "garantisti" sulla vostra stampa di regime?
