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Conferenza Movimento club Pannella
Partito Radicale Rinascimento - 27 gennaio 1997
CORRIERE DELLA SERA Domenica, 26 Gennaio 1997

L'EX PRESIDENTE DELLA CONSULTA

Gallo: sulle leggi elettorali non basta un si' o un no dei cittadini

»In passato quesiti di questo tipo sono stati sempre bocciati Si tratta di materie che devono restare

di competenza

D.Professor Ettore Gallo, lei che e' stato presidente della Corte Costituzionale, sa che cosa sta

accadendo alla Consulta?

R.»In questo periodo mi guardo bene anche dal frequentare, come faccio di solito, persino la biblioteca della Corte. Io sono discreto e giustamente loro sono molto rigorosi sulla riservatezza di quello che stanno facendo, per evitare che sorgano polemiche prima che abbiamo deciso .

D.Perche' i giudici costituzionali hanno avuto in passato un vero e proprio terrore del "vuoto" elettorale?

R.»La Corte, in passato, non ha ammesso i cambiamenti che anche il referendum attuale vorrebbe apportare, per non pregiudicare la possibilita' delle elezioni nel periodo che intercorre tra l'esito (positivo) del referendum stesso e la necessaria modifica delle circoscrizioni elettorali .

D. Ma la Corte avrebbe lo strumento della "sentenza" a tempo, come ha fatto per l'emittenza televisiva?

R.»Nel campo elettorale, le cose sono molto piu' delicate. Le sentenze a tempo nel campo televisivo, possono tutt'al piu' turbare gli interessi degli imprenditori, ma nel campo delle elezioni c'e' in ballo l'interesse generale del Paese. In sostanza la Corte, se giudicasse inammissibile i referendum elettorali per l'elezione di Camera e Senato e quello sul meccanismo di nomina dei componenti del Consiglio superiore della magistratura, e' come se dicesse: si tratta di materie che devono restare di competenza del Parlamento. Sara' il Parlamento semmai a modificare tutto insieme quello che c'e' da modificare e a stabilire l'entrata in vigore delle nuove norme. Sono materie troppo complesse per deciderle con un si' o con un no dei cittadini .

D. Ma e' molto difficile rispondere all'obiezione di Pannella: nella Costituzione non e' previsto il ricorso a referendum per le leggi elettorali del Parlamento o del Consiglio superiore della magistratura...

R.»Certo nella Costituzione non c'e' scritto: ma queste argomentazioni sono contenute nella giurisprudenza costituzionale. La giurisprudenza vuole che il quesito sia semplice, sia comprensibile, non sia plurifunzionale, vuole che insomma il cittadino, leggendolo, riesca a capire di che cosa si tratti. Sulla Costituzione neanche questo c'e', ma mi sembrano argomentazioni logiche e razionali. Ad esempio, proprio in base a questi criteri, mi sono venuti dei dubbi sulla correttezza della legge istitutiva della Bicamerale, laddove si prevede alla fine un referendum popolare sull'intero pacchetto delle modifiche costituzionali... .

D.Cioe' per lei e' sospetta di incostituzionalita' la legge con cui e' nata la Bicamerale?

R.»Quello previsto, secondo me, non e' un referendum, e' un plebiscito. Bisognerebbe semmai alla fine indire tutta una serie di referendum sui singoli settori di riforma affrontati dalla Bicamerale. Perche' a un cittadino puo' andar bene la nuova forma di governo o non la modifica sulle garanzie. Insomma non si puo' andare dai cittadini e chiedere un si' o un no sui risultati, presi in blocco, dei lavori della Commissione .

 
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