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Conferenza Movimento club Pannella
Salvidio Ascanio - 27 gennaio 1997
DEDICATO ALLA "SEGRETERIA RINASCIMENTO"

"Siamo stati troppo teneri con il commissario di PS Luigi Calabresi. Egli si permette di continuare a vivere tranquillamente, di continuare a fare il suo mestiere di poliziotto, di continuare a perseguitare i compagni. Facendo questo, pero', si e' dovuto scoprire, il suo volto e' diventato abituale e conosciuto per i militanti che hanno imparato ad odiarlo, la sua funzione di SICARIO e' stata denunciata alle masse che hanno incominciato a conoscere i propri nemici di persona, con NOME, COGNOME e INDIRIZZO. E' chiaro a tutti, infatti, che sara' Luigi Calabresi a dover rispondere pubblicamente del suo delitto contro il proletariato. E il proletariato ha gia' emesso la sua sentenza: Calabresi e' il responsabile dell'assassinio di Pinelli e Calabresi dovra' pagarla cara (......) non e' certamente dalla legge dello stato capitalista che ci attendiamo la punizione di un suo servo zelante (.....) il proletariato emettera' il suo verdetto, lo comunichera', e ancora la', nelle piazze e nelle strade LO RENDERA' ESEC

UTIVO (....) i proletari di Trento che hanno rifiutato la legalita' borghese per assumere quella rivoluzionaria hanno compiuto il primo processo e la prima ESECUZIONE. L'imputato e vittima del secondo e' gia' da tempo designato: un commissario aggiunto di PS, TORTURATORE E ASSASSINO: Luigi Calabresi"

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Quanto sopra e' una trascrizione parziale dei brani di "Lotta Continua", il giornale di Adriano Sofri, cosi' come riportati nel libro di M. Brambilla, l'Eskimo in Redazione, giornalista professionista del Corriere della Sera, edito nel 1991, e risalenti al 1971. Il maiuscolo e' mio, per mettere in risalto le parole piu' significative. Segnalo anche il Web di Luca Sofri, dedicato al padre (http//:agora.stm.ti./sofri). Molto istruttivo e interessante. Non mi sembra riporti i citati brani del giornale Lotta Continua.

Cio' premesso, sul caso Sofri faccio due osservazioni, che sono sempre le stesse ormai da anni:

La prima e' che un sistema giudiziario improntato ai principi liberali del diritto, la colpevolezza si misura sulla base delle prove e non delle intemperanze verbali, anche se disgustose. In un sistema giudiziario siffatto, scritti carichi di odio e follia non hanno peso se non si stabilisce un diretto legame con un reato. Tutt'al piu', essi inducono il giudice ad assolvere - se le prove non ci sono - turandosi il naso difronte al presunto innocente.

La seconda, e' che lo stesso sistema giudiziario liberale, senza operare censure, consente alle vittime delle diffamazioni a mezzo stampa di sommergere i diffamatori di tali e tante querele e citazioni per danni da "sbiancarli" (per dirla alla Pacini Battaglia) e farli chiudere in poche settimane.

Volere un sistema giudiziario liberale non significa soltanto garantire al Sofri di turno un processo equo, ma anche impedire al Sofri di turno di scrivere impunemente certe cose, come ha invece potuto fare. I difensori del diritto si ricordino, qualche volta, che le comodita' hanno un prezzo, che non esiste liberta' senza responsabilita'. Che in un paese liberale non si puo' istigare al linciaggio tramite stampa senza essere ridotti in miseria da chi viene linciato. In USA, la vedova Calabresi avrebbe potuto ottenere da Lotta Continua diversi miliardi di lire di indennizzo per espressioni molto meno feroci di quelle riportate sopra.

Il paradosso che potrebbe consumare Sofri in carcere come una candela sudante e' il seguente: un giudice vecchio stile, tipo Mancuso o il mai troppo lodato Quistelli, legato alla concezione romana del diritto ed essendo quindi (sia pure inconsapevolmente) di destra, lo avrebbe oggi certamente assolto se messo di fronte a prove dubbie. Invece, se le prove sono mancate, solo un tipico giudice di sinistra poteva condannarlo, un giudice tipo il nazista Freisler per intendersi. Con quella sua visione del fine supremo che sovrasta la persona e persino il diritto, la giustizia di sinistra appare come sempre un abisso: e' la sconfitta della ragione da parte della bestia primordiale che l'uomo ha ricacciato nella foresta diecimila anni or sono.

 
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