REFERENDUM, I GIUDICI DECIDONO. LA CORTE E' DIVISA A META', ENTRO DOMENICA ARRIVA IL VERDETTO
ROMA - Inizia la settimana decisiva per i referendum. I
giudici della Corte costituzionale, impegnati ormai da
quindici giorni nell'esame dei trenta quesiti (diciotto
presentati da Pannella e dodici regionali), sono bloccati su una sostanziale parita', soprattutto per quanto riguarda i referendum elettorali, quelli politicamente piu' significativi.
Domani si concludera' il lavoro di esame con un ultimo "giro di tavolo", poi i giudici passeranno alla votazione che si dovrebbe concludere entro la settimana. La posta in palio e' molto alta perche' i due referendum elettorali per Camera e Senato vorrebbero eliminare la quota proporzionale del 25 per cento che ancora rimane nelle elezioni politiche, mentre un altro vuole riformare
l'elezione del Consiglio superiore della magistratura passando dal sistema proporzionale a quello maggioritario. Ci sono poi altri tre referendum sulla giustizia. Riguardano: la carriera dei giudici da vincolare a un concorso e non alla semplice anzianita' di servizio. La responsabilita' civile dei giudici, con l'obbligo a risarcire in proprio i cittadini danneggiati da eventuali errori. Infine gli incarichi extragiudiziali diventerebbero vietati. Alla vigilia delle votazioni i giudici - secondo le indiscrezioni - sarebbero divisi a meta' tra favorevoli e contrari all'ammissione dei referendum. Decisivo diventerebbe a questo punto il voto del presidente della Corte Renato Granata che si esprime per ultimo, ma sia che prevalga la tesi dell'ammissibilita' che della inammissibilita', una votazione a strettissima maggioranza lascerebbe dietro di se' uno strascico di polemiche laceranti, anche se la votazione e' segreta e non sono pubbliche le motivazioni di ogni singola decisione dei giudici. Per ottenere una vo
tazione piu' uniforme sara' necessaria quindi una ulteriore valutazione che allunghera' i tempi fino alla fine della settimana. La sorte dei referendum, in particolare di quelli elettorali, e' stato il filo conduttore del consiglio generale del Club Pannella- Riformatori. Le indiscrezioni sull'ammissione o
sulla bocciatura dei quesiti referendari continuano a tenere sulla corda i Riformatori che hanno annunciato battaglia nel caso la Corte non li dichiari ammissibili. Marco Pannella ha ribadito piu' volte che in caso di bocciatura ricorrera' ad ogni iniziativa possibile "da quelle penali a quelle civili, alla sollevazione del conflitto di poteri tra i comitati promotori e la stessa Corte".
Il commissario europeo Emma Bonino ha promesso che portera' il caso all'attenzione europea dove denuncera' la negazione del diritto referendario. "C'e' una preoccupante normalizzazione che investe il Paese - ha detto Bonino -. Un regime che si consolida sempre piu', un caso Italia che rischia di esplodere con la negazione del diritto al referendum, che occorre denunciare con forza anche in Europa, sia a livello politico che giudiziario".
Oltre ai referendum elettorali e sulla giustizia, i radicali hanno presentato altri dodici quesiti che vanno dalla liberalizzazione delle droghe leggere all'abolizione dell' ordine dei giornalisti. Dall'abolizione del sostituto d'imposta all'eliminazione del pubblico registro automobilistico, considerato un doppione della motorizzazione civile. Con la proposta di smilitarizzazione della Guardia di finanza, l'arma dovrebbe essere trasformata in struttura civile adibita alla lotta ai reati finanziari, mentre con il referendum sul servizio sanitario si propone la liberta' di scelta fra l'iscrizione al servizio sanitario nazionale e una assicurazione privata.