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Conferenza Movimento club Pannella
Partito Radicale Rinascimento - 28 gennaio 1997
La Stampa, Martedi' 28 Gennaio 1997

Referendum, si avvicina l'ora della verita'.

Decisione a fine settimana. Pannella: la Corte sta per armare il golpe. E ne prepara altri 20.

Forse sara' riammesso quello sull'Enel.

ROMA. Si avvicina il momento della verita' per i trenta referendum all'esame della Corte Costituzionale. Alla fine di questa settimana di discussione, la quarta, i giudici della Suprema Corte dovranno decidere quali quesiti saranno portati al voto e quali no. Una forca caudina istituzionale che fa tremare non poco i proponenti. Tanto che Pannella, convinto in cuor suo che ben pochi dei referendum si salveranno dal vaglio costituzionale, gia' annuncia: ne faremo altri 20. E molti - lo dicono Roberto Formigoni, Augusto Barbera e Gianfranco Pasquino - sostengono che la Bicamerale trarrebbe molto beneficio dall'approvazione dei referendum.

Ma intanto, a sorpresa, i radicali potrebbero scoprirsi titolari non piu' di 18, ma di 19 proposte di referendum. La Corte Costituzionale ha aperto uno spiraglio per riammettere il referendum sull'Enel, che la Cassazione aveva eliminato. Di fronte al ricorso del comitato promotore, infatti, la Corte Costituzionale ha riconosciuto che l'ufficio centrale della Cassazione ha proceduto troppo repentinamente, abolendo un quesito solo perche' nel breve tempo intercorso tra raccolta delle firme e esame del quesito era cambiato l'assetto istituzionale dell'Ente elettrico. Il quale, oggi, e' una Spa che ha ottenuto dallo Stato la concessione dell'attivita' elettrica. Di conseguenza, il comitato promotore avra' la possibilita' di preparare un ricorso per conflitto di attribuzione. E' un coro di lamentele e di preoccupazioni, quello che si leva dal fronte dei proponenti. Roberto Formigoni, ad esempio, presidente della Regione Lombardia, nel difendere i dodici quesiti avanzati dalla Regioni, dice: "Sono allarmanti le in

discrezioni di chi prevede la bocciatura dei referendum federalisti a vantaggio di quelli elettorali. Se cosi' fosse, sarebbe un osceno scambio, giocato sulla pelle di tutti i cittadini".

Intanto Marco Pannella, in un articolo che sara' pubblicato su L'Opinione , si augura che almeno tre giudici costituzionali "sconfiggano la congiura" e facciano mancare il numero legale al momento del voto. Scrive Pannella: "La Corte nelle prossime ore sta per armare il golpe, la controrivoluzione. Ma perche' questa congiura abbia successo, occorre che siano almeno in undici a votare, essendo in tredici ad averne diritto". E gia' si conoscono i venti referendum che i radicali metteranno presto in cantiere: abrogazione del nuovo sistema di finanziamento dei partiti, un referendum nuovo per ognuno di quelli che sara' bocciato in questa occasione "da concordare con imprenditori, commercianti, artigiani, lavoratori e consumatori", infine un referendum abrogativo "della legge salva-ladri in corso di approvazione".

Altrettanto preoccupati sull'esito dell'esame alla Consulta si dicono i due professori dell'Ulivo, il costituzionalista Augusto Barbera e il politologo Gianfranco Pasquino. "Il giudizio della Corte sull'ammissibilita' dei quesiti referendari relativi all'abolizione della quota proporzionale appare ancora incerto".

Aggiungono Barbera e Pasquino: "Pur con il doveroso rispetto, noi ribadiamo il nostro auspicio che la Corte dia il via libero ai due referendum. In questo modo l'alta corte, oltre a dare una spinta risolutiva per un sistema compiutamente maggioritario, aprendo la strada anche all'uninominale a doppio turno, traccerebbe un cammino sicuro per la Bicamerale".

E si', perche', secondo i due professori, la Bicamerale potrebbe incagliarsi nella questione non secondaria del numero dei parlamentari. Immaginabili sarebbero le ritrosie dei deputati a tagliarsi i posti. "Ma se ci penseranno gli elettori con il referendum....", lasciano intendere. Un problema di meno. Si preoccupa del numero dei parlamentari anche Natale D'Amico, vicepresidente del gruppo parlamentare di Rinnovamento: "Noi ci siamo gia' pronunciati a favore dell'abolizione della quota proporzionale". Gli uomini di Dini, infatti, con una proposta di riforma costituzionale depositata alla Camera, ipotizzano la riduzione dei deputati a 475. Giusto quanti sono i collegi uninominali. [fra. gri.]

 
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