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Conferenza Movimento club Pannella
Partito Radicale Rinascimento - 29 gennaio 1997
IL DEPUTATO 'TRADITORE' VALE TRE MILIARDI

di Ezio Pasero

(Il Messaggero, 29 gennaio 1997; prima pagina, prosegue in terza)

Roma - Quanto vale un deputato o un senatore? Circa 170 milioni di lire, a suddividere i 160 miliardi del finanziamento pubblico dei partiti per il numero dei parlamentari. Ma questa è una valutazione minima, al ribasso. Un libretto di risparmio, non un investimento. In realtà, un parlamentare può valere molto di più. Prendete il senatore Piero Milio, per esempio, che si era presentato al Senato nella lista Pannella-Sgarbi, non ce l'aveva fatta e era stato recuperato con i resti nel gruppo di Forza Italia: con grande tempismo, il senatore è uscito dal suo gruppo e farà dichiarazione di appartenenza per la lista Pannella. "E così Pannella si prende altri tre miliardi", commenta Francesco Cossiga.

Risponde lui, l'ex presidente, al cellulare di Vittorio Sgarbi, mentre sono insieme all'aeroporto. Sgarbi, spiega la sua ennesima provocazione: e cioè l'ipotesi di dichiarare la propria appartenenza al Partito Socialista di Ugo Intini, per consentirgli di accedere ai fondi del discusso e contestato finanziamento pubblico ai partiti. "I partiti che si sono presentati nel proporzionale e non hanno avuto neppure un eletto", dice, "possono avere parte del denaro solo se un qualsiasi parlamentare in qualche modo li feconda, dichiarando di appartenergli. Così Pannella, che con il suo 1,9 per cento non avrebbe avuto neanche una lira, si prende tre miliardi grazie a Milio che esce da Forza Italia e feconda il suo 1,9 per cento. Chiaro?". Interviene ancora Cossiga, con il suo tono scherzoso: "Non abbia timore di non aver capito, perché non si poteva capire nulla, da quello che Sgarbi le ha detto".

In realtà, la legge è abbastanza complicata e persino tra i parlamentari molti la conoscono in modo approssimativo. I 160 miliardi del finanziamento vengono ripartiti tra i partiti politici in proporzione ai voti ottenuti nelle ultime elezioni per la Camera, purché abbiano almeno un deputato o un senatore. I candidati dovranno in futuro dichiarare all'atto dell'accettazione della candidatura qual è il loro partito di riferimento. Ma per questa prima applicazione della nuova legge, la dichiarazione di appartenenza dovrà essere fatta entro un mese dalla sua entrata in vigore, cioè entro il prossimo 23 febbraio. Così Sgarbi potrebbe 'apparentarsi' con i socialisti di Intini, che non hanno alcun parlamentare eletto, trasformando il loro circa 0,4 per cento elettorale, altrimenti inutile, nello 0,4 per cento dei 160 miliardi del finanziamento pubblico, cioè 700 milioni. E così Milio, dichiarando la propria appartenenza alla lista Pannella, che alle ultime elezioni aveva ottenuto l'1,9 per cento dei voti, por

ta in dote a quest'ultima l'1,9 per cento del finanziamento totale, cioè oltre tre miliardi. "Sarebbe obbrobrioso se lasciassi Forza Italia per andare nell'Ulivo", ha detto Milio respingendo l'ipotesi di un suo passaggio nel gruppo Dini. Per Pannella sarebbe stato addirittura raccapricciante, perché in tal caso non avrebbe visto neppure una lira.

Ma si può fare di più, ancora di più, di quanto fa il senatore Milio. "Per esempio", spiega ancora Sgarbi, "apparentandomi con Intini io potrei trasformare i miei 170 milioni in 700. Gliene lascerei la metà e dividerei in due parti i rimanenti 350, siamo già d'accordo: metà per le mie spese, cioè mi riprenderei i miei 170, e metà per il nuovo Partito liberale che nascerà sabato prossimo". Ma lo farà? "Non lo so, forse: sa, fare patti con i socialisti...".

Tutto qui? Macché, si può ancora andare oltre, perché questa incredibile legge ha in sé il rischio grottesco che il Parlamento si frantumi in una miriade di partitini: ogni parlamentare o ogni gruppetto di parlamentari, infatti, possono dar vita a una nuova formazione e gestirsi in proprio i loro soldi, che poi sarebbero i nostri. E poi, come suol dirsi, fatta la legge... A trovare l'inganno ha già pensato per esempio il deputato di Forza Italia Giulio Savelli, che ha ideato la Banca dei soldi dei parlamentari. "Funzionerà così", spiega lui stesso. "Io sto per costituire un nuovo 'Movimento per la dignità del parlamentare', senza alcuna discriminante di partiti politici, e insieme a chi vorrà aderire, siamo già una quindicina, dichiarerò di appartenervi. Un notaio-tesoriere terrà conti separati per ogni parlamentare, che ogni anno o ogni sei mesi potrà destinare i suoi soldi a chi gli pare: perché la dichiarazione di appartenenza è vincolante per l'intera legislatura, ma nulla impedisce che un partito,

in questo caso il mio movimento, destini i propri quattrini a chi crede".

 
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