Tenete bene a mente queste sei semplici "verita'":
1) i referendum bocciati sono quelli che il regime non avrebbe potuto facilmente neutralizzare in tempi brevi e che avrebbero scardinato l'equilibrio attuale delle forze politiche
2) i referendum ammessi sono quelli che possono essere aggirati piu' facilmente, se per avventura dovessero passare il vaglio popolare. Due esempi: a) se si abrogasse la "golden share" nulla impedirebbe allo stato di acquistare il controllo di societa' privatizzate attraverso operazioni di mercato, il che' e' tecnicamente facilissimo e nessuno di voi promotori ci ha, ahime' pensato; b) se venisse abrogato l'ordine dei giornalisti, sarebbe facilissimo istituire l'obbligo di adesione al sindacato o ad altra associazione di simil stampo. Persino gli obblighi previdenziali varrebbero a creare lacci e lacciuoli antidemocratici;
3) il referendum sulle droghe leggere e quello sull'aborto sono stati un clamoroso autogol perche' hanno consentito "spostamenti dell'ago della bilancia" proprio a danno dei referendum elettorali. Il "mercato", tra le forze politiche che detengono il potere, e' stato proprio li'. Radicali, come al solito 10 e lode in strategia, ma zero spaccato in tattica. Purtroppo, le guerre si vincono con la media del 6, il 5 non basta.
4) preventivamente al verdetto di oggi, la Corte aveva sancito la relativita' del valore dei risultati delle consultazioni referendarie, respingendo il ricorso dei promotori del referendum sul finanziamento pubblico dei partiti. In tal modo, si e' comunque introdotto il principio che il risultato della consultazione popolare puo' essere rivisto e corretto dal Parlamento, annullandone gli effetti. A che serve, ora, insistere coi referendum ? Meglio indirizzare energie verso altre forme di azione politica.
5) l'istituto del referendum e' di per se' "debole" e la sua efficacia si dispiega solo se il potere e' diviso. Fino a quando il "regime" era risultato di un equilibrio di forze contrapposte, cioe' della contrapposizione-alleanza tra centro sinistra e opposizione comunista, i referendum potevano facilmente passare il vaglio del "potere" sfruttandone le smagliature. Da quando il "regime" e' espressione non di un equilibrio ma di potere unico e preponderante, questa chance e' ovviamente ridotta a zero. Anche qui vale il ragionamento: lasciate perdere i referendum e passate ad altro strumento (lecito), piu' adatto all'epoca meno "libera" in cui viviamo.
6) l'unico segnale sensato che potete - a questo punto - dare all'Italia e' quello di abbandonare tutti i referendum, ritirandoli. Fate scandalo, non fate le pecore che vanno al macello.