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Conferenza Movimento club Pannella
Partito Radicale Paolo - 30 gennaio 1997
Oggi, 30 gennaio, giorno della sentenza della Corte Costituzionale, è anche l'anniversario della morte, dell'assassinio del "Mahatma" Gandhi.
Proprio oggi e nello spiegamento nonviolento che occorre rafforzare e confermare, soccorrono alcune righe di un altro nonviolento, Martin Luther King, che dal Carcere di Birmingham in alabama, dove era rinchiuso, inviò in una lettera famosa ai suoi colleghi pastori e sacerdoti.

(...) In verità, noi che ci impegnamo nell'azione diretta nonviolenta non siamo creatori di tensione. Portiamo semplicemente alla superficie la tensione nascosta già esistente. La portiamo allo scoperto dove la si può vedere e la si può curare. Come un foruncolo che non si può curare se rimane chiuso in se ma deve essere esposto con tutta l'oscenità del pus che contiene perché sia curato dalle medicine naturali dell'aria e della luce, anche l'ingiustizia deve essere esposta, con tutta la tensione che l'atto contiene, alla luce della coscienza umana e all'aria dell'opinione del paese prima che possa essere curata.

(...)

Infrangere una legge ingiusta deve essere fatto alla luce del sole, con amore (non con odio, come hanno fatto le madri di New Orleans che si vedevano in televisione e che gridavano "nigger, nigger, nigger"), e con disponibilità ad accettare la punizione. Io sostengo che un individuo che infranga una legge che la coscienza gli dice essere ingiusta, ma che accetta di buon grado di andare in prigione per sollevare le coscienze della comunità sul caso dell'ingiustizia inflittagli, esprime in realtà un altissimo rispetto della legge.

 
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