COMUNICATO STAMPA
50 MILA TOSCANI SCIPPATI DEI REFERENDUM. LO STUPORE DEL PRESIDENTE CHITI E IL REGIME CHE NON LEGGE SE STESSO. CHE FARE MENTRE IL REGIME, CON I CONGRESSI DEL PDS, CELEBRA I SUOI FASTI?
MOBILITAZIONE DOMANI A FIRENZE, IN VIA CALZAIOLI DALLE 16.
Firenze, 31 Gennaio 1997. Firenze e Toscana il giorno dopo la sentenza assassina della Corte Costituzionale sui referendum. Vincenzo Donvito, coordinatore del Club Pannella-Riformatori in Toscana, fa il punto della situazione.
Il presidente della Regione, Vannino Chiti, indignato per la bocciatura dei suoi referendum, li tiene ben distinti da quelli pannelliani: fa solo finta di non capire, perche' non e' stupido, ma e' un uomo di potere che vuole continuare ad essere tale. Cosi' ha detto al congresso provinciale del Pds fiorentino.
L'Italia, la Toscana e Firenze vengono scippate del diritto al voto referendario dalla Corte Costituzionale, e per il segretario fiorentino del Pds Sacconi il fatto non esiste: la relazione al congresso provinciale del suo partito era sui meccanismi per succhiare soldi ad uno Stato che non li ha, distribuire prebende per tenere insieme la macchina del potere. Ideali? Valori? Battaglie di liberta' e di diritti? Altra roba, fuori dei loro palazzi, da non menzionare per evitare qualunque riflessione. Si respirava aria di normalizzazione di regime durante il congresso del Pds, e anche il presidente Chiti sembrava stonato con le sue finte-proteste contro la sentenza della Corte Costituzionale, tra un Sindaco di Firenze che continua imperterrito a sbracciarsi nel suo nulla.
Ma lo scippo c'e'. E' uno scippo di democrazia. 50 mila toscani, tra cui 20 mila fiorentini, hanno firmato i referendum pannelliani. Ed hanno firmato per bloccare il potere di quei signori in congresso: un potere che ammazza civilta', intelligenza, diritto, curiosita' e vita, perche' tutto inquadra, tutto normalizza, tutto controlla, tutto pianifica, anche la felicita'.
Dai politici fiorentini e toscani c'e' da aspettarsi il nulla: non un commento sull'esecuzione della Corte Costituzionale: sono altro rispetto ai cittadini: anche chi ha votato per il Sindaco Primicerio se ne sta lentamente accorgendo. I politici nostrani sono una vera e propria classe, sia di governo che di opposizione, votati a conservazione e immobilismo. Il presidente Chiti aveva provato ad alzare la testa con le sue proposte referendarie "federaliste", ma si e' subito rimesso in riga: il piatto in cui mangiare potrebbe venire meno.
Che fare? E' guerra! Quando le armi della politica appaiono inutili e scimiottano se stesse, c'e' solo la guerra, dove gli avversari diventano nemici, e gli opportunisti diventano traditori. E noi radicali e riformatori, che avevamo fino ad oggi fatto solo un po' di guerriglia, oggi siamo scesi in guerra. Il 30 gennaio -che il caso vuole che, oltre che la data della sentenza della Corte Costituzionale, sia anche l'anniversario dell'assassinio del Mahatma Gandhi, maestro di nonviolenza e politica- e' la data in cui inizia la nuova guerra contro il regime. E la guerra ha bisogno di armi, che ci devono essere fornite dai cittadini, a partire dai 50 mila toscani firmatari dei referendum. Il primo appuntamento e' a Firenze domani 1 febbraio, dalle 16 in via Calzaioli per iniziare la raccolta fondi per la guerra nonviolenta e referendaria, a partire dalle firme contro il finanziamento pubblico ai partiti. Quindi il prossimo Sabato 8 febbraio alle 15,30 alla sala del Parterre in piazza Liberta'.