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Conferenza Movimento club Pannella
Donvito Vincenzo - 1 febbraio 1997
Politica e sconsolazione
credo che A.Bacchi abbia centrato il problema, solo che e' il suo problema e che lui non riesce a capacitarsi sul che fare e sul come, pur sentendosi un disadattato.

E' inutile ricordare che le sue critiche al digiuno di dialogo e alla maratona si smentiscono da sole grazie ai risultati. Mai visto un movimento cosi' in forma, boicottato dal regime in tutti i suoi aspetti, apparentemente isolato da tutti ma vivo nella coscienza dei cittadini. Basterebbe che A.Bacchi (come spesso ha fatto in passato, anche recente) facesse un tavolino -parlare con i non-addetti ai lavori della politica- perche' si renderebbe conto cosa significano le parole che sto articolando qui. I soldi raccolti ai tavoli, alla maratona, ai telefoni di Torre Argentina, parlano da se'.

Se poi A.Bacchi credeva che la rivoluzione fosse dietro l'angolo ... lo capisco: la delusione e lo scoraggiamento e' l'unica reazione. Ma la rivoluzione non e' quella che ci hanno fatto leggere sui libri, quando l'abbiamo divorata in alcune paginette. Perche' fosse tale c'e' sempre stato un Pannella che provava i referendum mille volte, un Vincenzo che dichiarava la guerra dal tavolo di via Calzaioli, un Perduca (come Mazzini da Londra?) che incitava i suoi alla rivolta dalle stanze dei palazzi di New York, una Rita che faceva due palle cosi' con la ripetizione di cio' che occorre fare e senza alcun tentennamento, un Mariano che sembra Sandro Ciotti nelle sue cronache della domenica pomeriggio, una Donatella che provocava nella sua citta' di provincia con risultati da capitale, un Rogai che col suo fare ragionieristico incasinato ti fa sputare le sentenze piu' importanti nelle interviste agli uomini di regime ... e mentre questi si facevano il culo, c'erano sempre i Matteini che facevano la rivoluzione solo

pensandola nel tempo libero, quelli che finalmente hanno scoperto il sesso e lo usano come sublimatore della loro esistenza, quelli che ce l'hanno con lo stronzo di Vincenzo perche' non concede tregua e percio' non fanno nulla, quelli che hanno l'azienda e i figli da mantenere ed hanno rinviato il tutto ..... potrei continuare, ma credo che il concetto sia chiaro.

La rivoluzione e' difficile, ma nasce da dentro noi stessi, dal nostro essere disponibili o meno. Altrimenti si resta spettatori, e non c'e' niente di male. Si puo' dare anche una mano pagando il biglietto per lo spettacolo, ma sempre partendo da un presupposto: se c'e' qualcosa che non ti convince, e' bene che tu lo dica il piu' possibile, ma sempre con l'alternativa d'azione, perche' la non-azione non paga, soprattuto a te stesso. E se c'e' qualcunjo che continua ad agire, prova a pensare che forse non lo fa per una sorta di imborghesimento dell'essere, ma forse anche perche' c'e' una logica che a te in quel momento sfugge.

Tu, cosa proponi?

 
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