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Conferenza Movimento club Pannella
Nardinocchi Marco - 1 febbraio 1997
CUCCIA GOLDEN SHARE ...
e Superstet.

E' vero che con l'abolizione della golden share si apre la possibilità

che Cuccia si acchiappi la Superstet, a cui punta da sempre, ma la

questione non è così semplice.

Con la golden share sarebbe precluso a chiunque di controllare la Stet

senza il consenso dello Stato; non solo a Cuccia, quindi, ma anche che so

io alla AT&T. Si potrebbe dar luogo, in pratica, soltanto ad una

"privatizzazione di Stato".

Con l'abolizione della golden share, invece, gli scenari che si aprono

sono sostanzialmente due:

* una privatizzazione privata (quella che piace a Cuccia);

* una privatizzazione vera e propria.

Bisogna innanzitutto tener presente che la Superstet sarà un'azienda con

una capitalizzazione di borsa di circa 55 mila miliardi, le cui azioni

sono già largamente (più del 50% dopo la fusione) in mano al mercato (fondi

comuni, gestioni patrimoniali, gestori esteri). Per controllarla sarà

quindi sufficiente una quota intorno al 25-30%. Vale a dire che

chi la vuol comprare dovrà sborsare come minimo 14 mila miliardi,

cioè circa 3 volte la capitalizzazione di Mediobanca, Banca Commerciale

o Credito Italiano. Pertanto sarà necessario organizzare una cordata di

investitori pronti a rilevare la suddetta quota. In Italia l'unico in

grado di portare avanti un'operazione del genere è Cuccia, che potrebbe

anche coinvolgere qualche colosso tedesco o francese. Se pertanto la

privatizzazione sarà in qualche modo riservata all'Italia (di fatto o

di diritto), possiamo già metterci l'animo in pace. Ma anche se non

lo sarà, Cuccia ha dalla sua una speranza, e cioè che il governo, in nome

del famigerato azionariato diffuso, ci riproponga il limite al possesso

azionario. In tal modo sarà necessario trovare tanti investitori che

accettino di comprarsi che so io l'1% della Stet (leggi 550 miliardi)

per dare poi il controllo di fatto al capo-cordata. E quale folle americano,

inglese, o che so neozelandese, sborserebbe una tale cifra per non

contare nulla in un'azienda che opera in Italia (che non è proprio l'ombe-

lico del mondo)?. Invece un americano, un inglese o un neozelandese

sborserebbe sì una cifra maggiore ma per contare nella gestione aziendale.

In sostanza se ci ripropinano il limite al possesso azionario sarà una

privatizzazione privata, altrimenti sarà una vera privatizzazione.

L'abolizione della golden share non è ancora una condizione sufficiente

per approdare a privatizzazioni serie, ma è senz'altro una condizione

necessaria.

E' vero, infatti, che non è il caso di farsi illusioni, ma con la golden

share la possibilità di approdare a una privatizzazione autentica non

esisteva neppure. Ora almeno è una delle possibilità.

--- MMMR v4.50reg

 
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