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Conferenza Movimento club Pannella
Segreteria Rinascimento - 1 febbraio 1997
Roma, 1 febbraio 1997

(ore 17.15)

Al Signor Procuratore della Repubblica di Roma

Ai Signori Procuratori della Repubblica italiana

e, p.c.

Ai Presidenti delle Camere

Al Ministro degli Interni

Al Procuratore Generale della Corte di Cassazione

La informo che stasera alle 19.30 in Largo dei Lombardi di Roma dalla tribuna della 'Maratona Oratoria' ripeterò' in collegamento con Radio Radicale le accuse che i Presidenti delle Camere, e noti personaggi dell'establishment, denunciano come insulti alle istituzioni e che questo sarà' d'ora in poi fatto nel corso di tutte le manifestazioni cui parteciperò'.

Marco Pannella

Roma, 1 febbraio ore 17.30

PANNELLA:

RISPOSTA AI PRESIDENTI DELLE CAMERE, A BOBBIO, GALANTE GARRONE, AI DIRETTORI DI 'LA STAMPA' E DI 'REPUBBLICA': SE SI 'USURPA' E SI 'TRADISCE', SI E' USURPATORI E TRADITORI. E, CHI STA DALLA LORO PARTE, ANCHE.

IO ACCUSO; E VOI INSULTATE. RISTABILIAMO, QUINDI, I RUOLI.

INTANTO HO AVVISATO LE AUTORITA' CHE DALLE 19.30 SARO' IN FLAGRANTE 'TURPILOQUIO' CIOE' TORNERO' AD ACCUSARE GLI USURPATORI E I TRADITORI, DA LARGO DEI LOMBARDI E RADIO RADICALE. INTERROMPANO LA FLAGRANZA DEI DELITTI DI STATO, LA FLAGRANZA DI DEMOCRAZIA.

E' possibile che qualcuno ritenga, in assoluta buona fede, che Oscar Luigi Scalfaro abbia compiuto e continui a compiere il delitto previsto dalla Costituzione a carico della Costituzione e della Repubblica? E che, prima di lui, anche se in modo piu' contingente e per altri motivi piu' nobili, a Francesco Cossiga potesse ugualmente esser inmputato lo stesso delitto?

E' possibile, non foss'altro che sul piano tecnico-giuridico, che - dopo aver letto e riletto la Costituzione, dopo aver riflettuto sulla storia di mezzo secolo per cui la

partitocrazia per quasi un quarto di secolo negò il voto referendario prescritto dalla Costituzione allo stato di diritto ed al cittadino italiano, e, dal 1978, è tornata poi a farlo, sempre piu' di frequente - è possibile, dunque, ritenere che la Corte Costituzionale sempre piu' usurpi i diritti e i doveri del popolo italiano?

E' possibile, o no? E - se questo si ritenga - è possibile, o no, che si accusi d'esser usurpatore chi usurpa, traditore chi tradisce, antidemocratico, violento, erede di turpi tradizioni morali, civili, politiche chi usurpa, chi tradisce, chi dalle loro usurpazioni trae onori, vantaggi, laticlavi; dai loro tradimenti, cattedre di virtù e di lealtà repubblicana e civile?

Ho espresso già da due giorni la convinzione che non siamo noi - sul piano storico e civile - ad esser stati battuti dall'usurpazione, dal tradimento, dalla Corte Costituzionale, ma la Legge, la Costituzione, la democrazia e la civiltà giuridica di questo paese. La Corte del 'nuovo' Sovrano, la Varsailles del 'nuovo' potere che impera sui palazzi, sui tre palazzi del colle Quirinale, ha perso - essa - la faccia, oltre che l'anima.

Non bastano gli strilli e le isterie dell'Annunziata, nè le voci d'oltretomba cui il regime sta conferendo i nuovi 'collari dell'Annunziata', non bastano i nuovi 'cugini' del Sovrano, per far tacere questa realtà.

Questa Corte Costituzionale, usurpatrice, questo Presidente della Repubblica, traditore ai sensi della Costituzione, questo regime del finanziamento pubblico del sistema partitocratico imposto con gabelle medievali e illegali al contribuente italiano, non sono da noi accusate d'altro che di quello che hanno fatto, o che è leggittimo ritenere che abbiano fatto, essendo ben chiaro a tutti (tranne al regime) che chi eleva un'accusa può sbagliare, sa di poter sbagliare, e non chiede di meglio che di rispondere degli errori che sarebbe felicissimo di aver commesso, di pagarne il prezzo, se del caso. Ma definire turpe, e turpiloquio, questo comportamento si qualifica, si squalifica da sè.

I Presidenti delle Camere non lo sarebbero, Presidenti, se non esprimessero in modo sicuramente degno la natura del regime che li ha eletti e prodotti. Ma non è permesso loro, nè a nessun altro, di insultare nessuno. E meno che mai chi s'assume la responsabilità di accusare, ai sensi dei nostri codici e della Legge, facendo scadere l'esercizio doveroso delle responsabilità del cittadino a comportamento insultante e volgare.

Quanto ai Maestri che 'Repubblica' e 'La Stampa' hanno stamane fatto salire sulle cattedre e sul pulpito, noto che ognuno sceglie i propri, così come ognuno sceglie i propri discepoli o i propri eredi. Secondo uno di questi 'Maestri' il nostro è 'turpiloquio'. Può darsi. Pasolini ci lasciò in legato un imperativo e un appassionato invito fraterno: continuate a bestemmiare, a scandalizzare. In nome della religiosità contro i dignitari delle confessioni, della moralità contro i tenutari del buon costume, osceno, di Corte.

Ora e sempre resistenza. Con Calamandrei, Ernesto Rossi, Salvemini. E lasceremo i morti seppellire i loro morti, estrema forma di pietà verso un'accolta di traditori, di usurpatori, di cortigiani, di faziosi, di potenti, di impotenti e di prepotenti, purchè non continuino a usare violenza contro la Legge e la Repubblica.

Comunque, a ciascuno il suo. Informo lor Signori, ciascuno per quel che gli compete, ufficialmente, che dalle ore 19.30 di stasera a Largo dei Lombardi di Roma, fino alle ore 9 di domani, e per tutta la mattina, al Teatro Adriano andrò ripetendo in collegamento con Radio Radicale, le nostre accuse i nostri inviti ad insorgere in difesa della Legge, il nostro turpiloquio. E, delle due l'una: o alla fine un giorno, riusciremo a far interrompere la flagranza dei massimi delitti contro la Costituzione e il popolo, che vanno compiendo Istituzioni fuori-legge, o occorrerà, magari dalle 19.30 di questa sera a Largo dei Lombardi interrompere la nostra e mia flagranza e delitto di democrazia, di antifascismo, di lesa maestà e di torpiloquio.

 
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