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Conferenza Movimento club Pannella
Partito Radicale Rinascimento - 1 febbraio 1997
Corriere della Sera Venerdi', 31 Gennaio 1997

Ammessi sei quesiti proposti da Pannella e cinque presentati dalle Regioni. Il Parlamento ha in programma di sfrondare ancora il numero delle schede

Referendum, la Corte ne risparmia undici

E alla fine si potrebbe votare solo su caccia, giornalisti, agricoltura e »golden share

Felice Saulino

ROMA - Tutto secondo copione. La sentenza sui referendum e' arrivata e ha rispettato in maniera quasi imbarazzante previsioni, anticipazioni, indiscrezioni. La Corte Costituzionale ha dichiarato inammissibili i cosiddetti referendum elettorali, cioe' i due quesiti sull'abolizione della quota proporzionale (25 per cento) alla Camera e al Senato. Come ampiamente previsto, ha impietosamente falcidiato anche gli altri referendum esaminati: alla fine su 30, ne sono stati respinti 19, ammessi 11. Marco Pannella e' riuscito a salvare solo un terzo dei suoi: 6 su 18. E' andata meglio alle Regioni che hanno portato a casa quasi la meta' delle richieste: 5 su 12.

Ma nemmeno i referendum »ammessi sono scontati. Molti probabilmente cadranno perche' le leggi relative verranno modificate dal Parlamento da qui al momento del voto. Tre referendum sono legati al cosiddetto »pacchetto Bassanini , il disegno di legge presentato a luglio dal ministro della Funzione pubblica sulla semplificazione amministrativa. Si tratta di quelli sui segretari comunali, sul Coreco e sul controllo statale sugli atti regionali. Il ddl Bassanini e' stato gia' approvato dal Senato e attende solo il »si' della Camera. Un altro referendum e' a rischio per il ddl delega Bassanini del 19 luglio scorso: riguarda i concorsi unici per l'amministrazione statale. Anche in questo caso manca il voto di un solo ramo del Parlamento. Il referendum sull'obiezione di coscienza potrebbe decadere con l'approvazione definitiva della legge che e' stata votata mercoledi' dal Senato e aspetta solo l'approvazione definitiva di Montecitorio.

Altri due quesiti investono materie contenute nel cosidetto »pacchetto Flick. Il primo riguarda gli incarichi extragiudiziali, il secondo le carriere dei magistrati. I provvedimenti del ministro della Giustizia non hanno ancora iniziato l'iter parlamentare. Su tutti questi casi, comunque, si dovra' pronunciare la Corte di Cassazione.

Alla fine potrebbero essere solo quattro i quesiti referendari su cui gli italiani saranno chiamati ad esprimersi tra il 15 aprile e il 15 giugno. La polemica si concentrerebbe soprattutto sulla richiesta di abolire l'ordine dei giornalisti, la caccia, il ministero delle risorse agricole e sulla golden share, l'azione dotata di poteri speciali che rimarrebbe in mano al governo in caso di privatizzazione di un'azienda pubblica. Forse poco per superare il 50 per cento dei votanti e per assicurare il raggiungimento del quorum elettorale.

E veniamo ai quesiti bocciati. Dopo i referendum elettorali, c'e' quello che proponeva l'abolizione del sistema proporzionale in vigore per l'elezione dei componenti del Csm. E ancora: smilitarizzazione della Guardia di Finanza, interruzione della gravidanza, limitazione della pubblicita' sulle reti Rai, prelievo fiscale degli stipendi ai dipendenti, abolizione del Pra, il pubblico registro automobilistico. Niente liberalizzazione delle droghe leggere e niente responsabilita' civile dei magistrati.

Sono stati dichiarati inammissibili anche i referendum per l'abolizione dei ministeri del Turismo, dell'Industria, che nel 1993 non furono ammessi solo per un vizio di forma, per un errore di formulazione. Sono stati riproposti tenendo conto dei rilievi della Consulta e ugualmente bocciati. Non si votera' nemmeno sull'abolizione del ministero della Sanita'. Ma la situazione piu' curiosa e' quello del ministero dell'Agricoltura. Fu ammesso al referendum del 1993, cancellato dal voto popolare e salvato dal potere politico che gli cambio' nome. E, con un colpo di bacchetta magica lo trasformo' da »Agricoltura in »Risorse agricole .

Per arrivare alla sua faticosa e contestata sentenza, la Corte Costituzionale e' rimasta in camera di consiglio cento ore. Ha cominciato l'esame delle varie questioni l' 8 gennaio scorso. I tredici giudici hanno trascorso in conclave diciassette giorni. Conquistando cosi' il record della piu' lunga riunione nella storia della Consulta. Le motivazioni con cui la Corte dovra' spiegare le ragioni per le quali ha accolto o respinto i referendum saranno depositate in cancelleria fra qualche giorno. Comunque entro il 10 febbraio.

 
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