Il giudice della Consulta: la cosa piu' interessante sara' leggere le nostre motivazioni
Onida: ecco come abbiamo deciso
Il racconto delle 100 ore »davanti allo stesso tavolo prima di arrivare al verdetto sui trenta quesiti proposti »Non si e' parlato del Bene e del Male o delle scelte politiche...
M.Antonietta Calabro'
ROMA - Only for your eyes, solo per i tuoi occhi. Quelli del presidente della Corte Renato Granata. Non restera' altra traccia della votazione di ieri a Palazzo della Consulta sui referendum. Niente nomi, firme e neppure un verbale. Non si sapra' mai ufficialmente chi ha votato a favore e chi contro. Le mani alzate, solo per gli occhi del presidente. Granata ha contato i favorevoli e i contrari, ha concluso: »Ammesso o »non ammesso . Ma che senso ha »cercare di sapere se sono stati respinti con una maggioranza di otto o di undici? Un giorno, forse, se sara' introdotta la dissenting opinion... dice uno dei giudici appena uscito dalla camera di consiglio.
Quali sono state le variabili maggioranze, quali le variabili minoranze, a seconda dei tanti quesiti, sara' affidato alla memoria di chi ha partecipato al conclave. Eppure sono state decisioni quasi tutte prese a grande maggioranza.
Dopo venti giorni di lavoro, il metodo dialogico della Corte ha compiuto ancora una volta il suo piccolo miracolo. Dalle posizioni differenziate si e' giunti all'accordo. Dalla spaccatura alla quasi unanimita'. Per i quesiti elettorali, il pollice verso sarebbe stato addirittura di dieci contro tre. Il solo vero testa a testa si sarebbe consumato sul referendum relativo alle carriere dei magistrati: passato per sette a sei. Illustri cattedratici lo hanno bollato nei giorni scorsi come »ultramanipolativo , perche' abrogherebbe addirittura una legge che gia' non c'e' piu'. E allora c'e' stata battaglia, in punta di parola, di penna e di diritto. Uno dei componenti della Consulta ha spiegato come ha lavorato la Corte. Valerio Onida e' preoccupato che la pubblica opinione non riesca ad essere informata correttamente sui lavori del collegio.
»Come ha lavorato la Corte - si chiede - e' semplice: piu' di cento ore davanti allo stesso tavolo. Uno parla, l'altro risponde, l'altro ancora interloquisce. Abbiamo cominciato l'8 gennaio, con gli avvocati dei promotori, e questo ci ha preso un giorno e mezzo, poi abbiamo cominciato a discutere. Prima in generale, anzi, direi in generalissimo. Poi ci siamo concentrati su gruppi di referendum, infine siamo passati all'esame dei quesiti uno per uno. Il sistema e' proprio quello di una discussione intorno a un tavolo, dopo che il relatore ha esposto la questione. E poi se ne e' parlato una seconda volta e una terza volta, finche' poi siamo arrivati, come siamo arrivati, dopo 21 giorni a prendere delle deliberazioni .
Ma come sono nate le indiscrezioni sugli schieramenti? Onida non riesce a spiegarselo: »Si e' parlato addirittura di una doppia votazione sui referendum elettorali... Ma quale doppia votazione! Abbiamo votato una volta sola stamattina (ieri, ndr)... La cosa piu' interessante sara' leggere le nostre motivazioni .
Perche' non e' tutto scontato, tutto gia' prevedibile, visto l'esito? »No, no - continua Onida - io direi che ci sara' da attendersi delle novita'. L'unica cosa importante e' comunque che la gente capisca che noi non ci siamo riuniti per dire: ci piace la droga, ci piace la Guardia di Finanza, noi abbiamo lavorato intorno a dei criteri che spesso non hanno nessun rapporto con la materia di cui stiamo discutendo. La Corte non e' un'assemblea politica che cerca il consenso al proprio interno .
E poi basta, per Onida, parlare dei singoli giudici, non va bene perche' la Corte e' un collettivo. »Voi del Corriere mi avete nominato tante volte, dicendo che io ero aperturista, sicuramente indovinando la mia posizione personale. Ma perche' citarla? . La Corte ha compiuto il suo miracolo: tanti giudici ma un unico giudizio, tanti pensatori ma un solo pensiero. »Martedi' prossimo - conclude Valerio Onida - comincia la seconda parte del nostro lavoro, quello di stendere le sentenze . Perche' il referendum sull'Ordine dei giornalisti e' "passato"?
»Perche' non poteva essere "bocciato". E' una valutazione in negativo quella dell'ammissibilita': si vede che non c'erano ostacoli. I motivi sono solo per non ammettere, non per ammettere. Non abbiamo parlato del Bene e del Male, delle scelte politiche che ci sono sotto una legge oppure un'altra .