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Partito Radicale Rinascimento - 1 febbraio 1997
Corriere della Sera Venerdi', 31 Gennaio 1997

D'Alema: rispetto la Consulta, ma sono amareggiato

La maggioranza divisa tra l'imbarazzo del Pds e la soddisfazione di Ppi e Rifondazione. Segni furioso: torna la partitocrazia Il pidiessino Mussi: e' gia' positivo che siano meno di quelli presentati

P. D. C.

ROMA - L'esultanza e' l'eccezione nel Palazzo, perche' chi veramente e' soddisfatto delle decisioni della Corte costituzionale preferisce i toni sfumati. Come i partiti centristi, dai Popolari al Ccd, o Rifondazione comunista. Gli altri, i delusi a meta' o gli arrabbiati, si fanno sentire. Tra i primi si iscrive sicuramente il segretario del Pds, a capo di un partito che sui referendum era e resta diviso: »Le sentenze della Corte vanno rispettate e non insultate. Naturalmente, ne prendiamo atto con amarezza, perche' e' chiaro che non ci fa piacere veder restringere la possibilita' di partecipazione popolare , dice Massimo D'Alema.

Tra chi se la prende con la Corte c'e' buona parte del Polo, con Gianfranco Fini e Silvio Berlusconi in prima linea. »Mi pare sia stata una scelta discrezionale di tipo politico in cui e' prevalsa la volonta' e la logica della conservazione , afferma a caldo il Cavaliere, mentre secondo il presidente di An tutto cio' non fa che spingere ancor piu' in direzione della Costituente.

Variegato, come ci si poteva attendere, il commento che sale dalle fila del Pds. Se il leader si augura comunque che in Bicamerale venga riformato l'istituto del referendum, la cui »usura avrebbe determinato la messe di bocciature, i »maggioritaristi della Quercia sono indignati: »L'impressione offerta dalla Corte e' sgradevole e deprimente , dice Augusto Barbera. E Gianfranco Pasquino: »La Consulta ha confermato quello che molti sapevano gia', e cioe' di essere composta da conservatori o addirittura da restauratori costituzionali . Ma ne' il costituzionalista ne' il politologo si perdono d'animo, e colgono l'occasione per ricordare che al prossimo congresso il Pds avra' l'opportunita' »per riconfermare la scelta a favore di un sistema maggioritario a collegio uninominale . Per niente dispiaciuto, invece, il capogruppo alla Camera della Quercia, Fabio Mussi: »Il fatto che siano meno di quelli presentati gia' di per se' e' positivo... .

Tra i centristi di Polo e Ulivo chi si scandalizza delle decisioni della Consulta e' soltanto Rocco Buttiglione: »Il rispetto dovuto alla Corte non puo' impedirci di esprimere stupore, sconcerto e sdegno davanti alle sue decisioni , dice il segretario del Cdu. Assolutamente d'accordo con le bocciature e' invece Clemente Mastella, presidente del Ccd: »Il giudizio della Corte rasserena molto un Paese gia' travagliato da tante questioni e afflitto da tanti problemi . »Le pronunce, le delibere, le sentenze della Corte Costituzionale non si discutono, ne' si commentano , sancisce Lamberto Dini a nome del suo partito, Rinnovamento italiano, mentre i popolari esprimono piena soddisfazione con le parole del capogruppo alla Camera Sergio Mattarella: »Ammetterli sarebbe equivalso a un infanticidio perche' avrebbero ucciso di fatto la Bicamerale appena nata, impedendo le riforme: la campagna referendaria, infatti, contestuale ai lavori, li avrebbe senz'altro soverchiati .

Scontato il giudizio positivo di Rifondazione, che come alcuni partiti centristi e' totalmente contraria soprattutto all'abolizione della quota proporzionale da Camera e Senato: »Non si puo' che apprezzare l'approfondimento di merito che la Corte sembra aver condotto con scrupolo e liberta', sapendo distinguere all'interno di ciascuna materia quali presentavano vizi di legittimita' costituzionale e quali no .

Furibondo nei confronti dei giudici costituzionali e' il »papa' dei referendum elettorali, Mariotto Segni: »Il Palazzo si chiude per tornare alla proporzionale e alla partitocrazia. Con questo disegno scellerato l'unico modo e' dare la parola ai cittadini attraverso la Costituente .

E, dal mondo del giornalismo, una critica arriva dal direttore del Corriere della Sera Paolo Mieli, che ha parlato di »forme di dissuasione esercitate a proposito dei referendum: »Ho visto editorialisti - ha detto Mieli in un'intervista a Radio radicale - che avevano mosso critiche vibrate, sottoposti ad un fuoco di fila. E ho sentito da certi discorsi, anche privati, una forma di dissuasione che non mi e' piaciuta, e che ho voluto mettere in chiaro .

 
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