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Conferenza Movimento club Pannella
Partito Radicale Rinascimento - 1 febbraio 1997
Corriere della Sera Venerdi', 31 Gennaio 1997

DALLA QUERCIA

Salvi: la Corte costituzionale e' in crisi

Maurizio Caprara

ROMA - »C'e' una crisi della Corte costituzionale e c'e' una crisi del referendum. Vanno risolte con riforme che non siano punitive ne' dell'una ne' dell'altro. Perche' il sistema ha bisogno sia di una Corte legittimata sia di un istituto referendario non controverso , dice Cesare Salvi, capogruppo della Sinistra democratica al Senato, mentre sfoglia le notizie di agenzia sulle reazioni alle decisioni prese da Palazzo della Consulta.

Quale opinione si e' fatto sulle scelte compiute dalla Corte costituzionale?

»E' difficile dare un giudizio senza conoscere le motivazioni per le quali alcuni referendum sono stati ammessi e altri no. In alcuni casi le si possono intuire .

In quali casi?

»Per quelli sulla legge elettorale e sul Csm c'erano precedenti che, giusto o sbagliato che sia, potevano essere modificati soltanto capovolgendoli: quelli in base al quale il referendum non puo' produrre un vuoto istituzionale. Per altri l'incostituzionalita' era clamorosa: penso al sostituto d'imposta, essendo il referendum su materie fiscali vietato dalla Costituzione. Pero' piu' che dire se ha sbagliato la Corte, Pannella o se hanno sbagliato le Regioni, e' bene ragionare sul futuro: l'istituto referendario rischia di morire e la Corte costituzionale rischia di essere delegittimata .

Il referendum puo' consumarsi per un'overdose di chiamate alle urne, ma la Corte perche' dovrebbe essere delegittimata?

»Certo, il referendum puo' essere danneggiato dall'abuso. La Corte rischia di essere considerata portatrice di decisioni politiche, e sicuramente non abbiamo bisogno di delegittimare un organo cosi' importante. Probabilmente la Corte non e' riuscita a costruire una linea unitaria di giurisprudenza in tema di referendum, si e' lasciata ampi margini di discrezionalita'.

Ma non e' questo che interessa. Interessa il futuro .

Sembra di capire che della Corte costituzionale parlerete nella commissione bicamerale per le riforme istituzionali.

»Se ne deve parlare nella Bicamerale .

Per cambiarla come?

»La principale innovazione da introdurre, che forse non richiede una legge costituzionale, e forse neanche una ordinaria, e' la pubblicazione del dissenso. Negli Stati Uniti c'e', e si leggono i nomi dei giudici favorevoli e contrari a una decisione. Secondo alcuni basterebbe il regolamento della Corte per questo. Poi considero... .

Considera?

»...considero sbagliata sia l'idea che "la riforma costituzionale si fa con i referendum", che e' la posizione di alcune Regioni, sia la linea, pur legittima, di Pannella volta a contrapporre democrazia diretta a democrazia rappresentativa. Percio' bisogna dare una risposta alle questioni che sono state poste, anche da Pannella, ed evitare di guardare con fastidio al referendum. Occorre razionalizzarlo facendone uno strumento di stimolo. C'e' il rischio che dopo questa sentenza si apra una contrapposizione tra democrazia diretta e democrazia rappresentativa .

Quindi nella Bicamerale affronterete anche il referendum?

»Si deve. Non per renderne impossibile l'esercizio, ma per risolvere i problemi nati. Noi avanziamo due proposte. Primo: che il referendum abrogativo sia davvero abrogativo, vietando quello "manipolativo" che produce, con il taglio di singole parole o frasi, una legge diversa dalla legge in vigore .

La seconda proposta?

»Introdurre il referendum propositivo. Il cittadino deve avere davanti a se' un quesito chiaro. Io fui uno dei sostenitori del referendum elettorale del '93. Pero' di quel »si' potevano essere date due letture. Una legge-fotocopia del quesito, ed e' quel che si e' fatto con il 25 % di proporzionale e col turno unico. L'altra linea, per me piu' giusta, era ricavarne che il popolo voleva un sistema uninominale maggioritario, e quale fosse lasciarlo definire al Parlamento. Insomma: bisogna far capire se si vuole eliminare una legge o produrne una nuova .

 
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