Barbera: ha prevalso una falsa ragion di Stato
di Silvano Costanzo
L'impressione offerta dalla Consulta e' sgradevole e deprimente non meno sgradevole della eccessiva raffica di referendum promossi dai club Pannella". Il costituzionalista Augusto Barbera, uno dei firmatari degli "emendamenti ulivisti" sulla quota proporzionale, non usa mezzi toni nei confronti della decisione della Corte Costituzionale.
Prof. Barbera, c'e' chi sostiene che la Consulta ha voluto "togliere di mezzo" i referendum a piu' alto contenuto politico. E' vero?
"Non credo che siano giunti fino a questo punto. Certo il mio giudizio non puo' essere positivo. La Corte ha seguito una tendenza che data ormai dal '78. Ancora una volta, cioe', la Corte si e' assunta dei compiti che non le sono propri, dei compiti che non appartengono alla sfera del diritto costituzionale, ma a una malintesa ragion di Stato".
In che senso, professore?
"Non posso fare a meno di registrare che, ad ogni massiccia offensiva referendaria radicale, corrispondono decisioni della Corte che vanno nella direzione di un progressivo svuotamento dell'istituto dei referendum. Mi sembra cioe' che la Corte stia ponendo limitazioni che vanno sempre piu' al di la' del dettato costituzionale".
C'e' anche chi dice che la decisione della Consulta avra' l'effetto di rafforzare le posizioni restauratrici.
"Chi lo dice ha una visione a dir poco miope. In realta' questa decisione avra' l'effetto di rafforzare le posizioni presidenzialistico-plebiscitarie".
In che modo, professore?
"Guardi, io penso che la Consulta abbia sprecato una importante occasione per dare una spinta risolutiva a favore di un sistema compiutamente maggioritario. Se fossero passati i referendum elettorali per l'abolizione della quota proporzionale, sarebbe stato piu' facile tracciare la strada per i lavori della Bicamerale verso il sistema che io auspico, cioe' quello uninominale a doppio turno".
Invece, adesso, cosa succedera'?
"Adesso si corre il rischio di rafforzare le posizioni presidenzialistiche dentro alla Bicamerale stessa e la sfiducia fra gli elettori sulle capacita' del Parlamento di portare a compimento le riforme costituzionali".
E come se ne puo' uscire?
"Mi pare che a questo punto ci sia un solo modo per recuperare e cioe' che lunedi' la camera approvi la legge Rebuffa".
E questo basterebbe?
"Certo non eliminerebbe le decisioni della Consulta, ma di fronte ad eventuali, nuove tentazioni sul proporzionale, l'anno prossimo si potrebbe almeno tenere un nuovo referendum visto che la legge Rebuffa pone riparo ad eventuali vuoti che si dovessero determinare nella successione nel tempo fra piu' normative elettorali".
Professore e' vero che nel pds non tutti sono cosi' insoddisfatti della decisione della Consulta?
"Guardi, quello che so e' che il congresso del partito rappresenta adesso una ulteriore opportunita' per riconfermare la validita' della scelta a favore di un sistema maggioritario a collegio uninominale e per combattere il pericolo di un ritorno di vecchie pratiche proporzionalistiche. E' per questo che chiedo a D'Alema di recepire l'emendamento congressuale, da me presentato insieme ad altri esponenti del partito, secondo il quale la nuova legge elettorale deve essere fondata proprio sui collegi uninominali maggioritari e non deve invece ricalcare il famigerato ''tatarellum'' o altre forme piu' o meno velate di rigurgiti proporzionalistici".
Professore, a sentire le prime dichiarazioni, sembra che quasi nessuno sia del tutto soddisfatto delle decisioni della Consulta. E' cosi'?
"Guardi, soddisfatti sono sicuramente coloro che vogliono ostacolare le spinte verso il bipolarismo, coloro che vogliono ricostituire il centro".
Beh, le loro voci oggi non si sono quasi sentite.
"Forse perche' chi e' contento tende a stare zitto".
Silvano Costanzo