IL QUIRINALE TACE MA NOI CONTINUIAMO A PARLARE
Fondo di prima pagina di Maurizio Belpietro
Mercoledì 5 febbraio una fonte autorevole ha riferito a un giornalista del Tempo che qualche ora prima che fosse reso noto il verdetto della Corte Costituzionale sul referendum a favore della smilitarizzazione della Guardia di Finanza, il presidente della Repubblica Oscar Luigi Scalfaro aveva telefonato a due giudici costituzionali inducendoli a cambiar parere sul quesito e a bocciarlo. Non solo, la stessa fonte sosteneva che l'intervento del Quirinale era stato sollecitato da un generale delle Fiamme Gialle, che proprio poche ore prima del pronunciamento della Consulta aveva fatto visita all'inquilino del Colle. La notizia era enorme e grave. Mai infatti era accaduto che il garante della Costituzione intervenisse direttamente sull'Alta Corte per indurla a modificare il giudizio, abusando così delle sue prerogative e violando l'autonomia dei giudici, ma mai soprattutto era avvenuta una così palese censura dei diritti dei cittadini, privati della possibilità di esprimere con un plebiscito la loro volontà. Per
questo abbiamo deciso di pubblicare la notizia in prima pagina. Giovedì 6 febbraio ci attendevamo una spiegazione di quel che era accaduto o quanto meno una smentita. E invece per l'intera giornata il capo dello Stato è rimasto muto. Zitte anche le 15 toghe a cui è affidata la tutela della Costituzione. Ma zitti in particolare sono rimasti i telegiornali e le agenzie di stampa, che hanno deciso di passare sotto silenzio la notizia. L'insolito mutismo dei palazzi romani ci ha indotto ad affidare a Gianfranco Morra il compito di sollecitare sulle pagine del Tempo un chiarimento. Ma anche il commento del nostro autorevole collaboratore è caduto nel vuoto e i giornali hanno continuato a non riportare una riga sull'episodio. Ieri siamo ritornati alla carica , rivelando il nome di uno dei giudici che avrebbero ricevuto la chiamata di Scalfaro, Gustavo Zagrebelsky, e il nostro Giordano Bruno Guerri ha di nuovo chiesto un chiarimento ufficiale. Risposta: silenzio. A questo punto il fatto sta assumendo contorni anco
ra più preoccupanti, perché l'ostinato mutismo induce a ritenere che attorno al referendum per la smilitarizzazione della Guardia di Finanza, qualcosa di grave è realmente accaduto. Forse qualcuno pensava che bastasse tacere per far cadere il fatto nel dimenticatoio. Forse qualcuno pensava e pensa che sarebbe bastato il silenzio per stancarci e indurci a cambiar argomento. Bene. Non è così. D'ora innanzi ogni giorno chiederemo conto di quelle telefonate. Ogni giorno attenderemo una risposta ufficiale. Stiano tranquilli i lettori, la pazienza è una virtù che non ci manca. E se un attentato (alla Costituzione) c'è stato, non finirà come tutti gli altri.