Roma, 10 febbraio 1997 < Dalle motivazioni delle sentenze risulta in maniera chiarissima che la Consulta- nei giudizi di ammissibilità sui referendum- ha sostituito all'art.75 della Costituzione criteri giurisprudenziali abusivi e contraddittori; che non esiste alcuna certezza del diritto, in tema di referendum; che la Consulta ha scelto, anche in termini tecnico-giuridici, la strada dell'arroccamento su posizioni di inammissibile e patente violazione della legalità.La Corte Costituzionale è oggi ciò che, manzonianamente, in un solo personaggio, avrebbero potuto essere Don Rodrigo, l'Azzeccagarbugli e Don Abbondio: così prefigurando il proprio destino.
A maggior ragione, e con maggiore forza, dobbiamo organizzare le risorse e l'intelligenza di quanti vogliono ripristinare il diritto e la legalità costituzionale: a questo vale l'appello che in queste ore rilanciamo affinché i cittadini "negati" si mobilitino per dare forza (umana e finanziaria) ai referendum scampati e ad altri, da intraprendere- primo fra tutti quello contro il finanziamento pubblico dei partiti.
Se entro il 20 febbraio raggiungeremo l'obiettivo di almeno 2 miliardi ( e, entro il 10 marzo, di almeno 10 miliardi) di nuove sottoscrizioni, sappiamo, senza velleitarismi, di potere rilanciare la lotta referendaria, così smentendo, da subito, chi ci vorrebbe aboliti dalle sentenze della Consulta.>>