BOCCIATURE E TRADIMENTI CANCELLANO I REFERENDUM
Fondo di prima pagina di Bice Biagi
Sarà perché a pensare male in questo Paese non si sbaglia mai, però è un fatto che sulla testa di molti italiani il dubbio si è insinuato: vuoi vedere che dietro tutti quei referendum respinti c'è, con rispetto, lo zampino di qualcuno? Questo giornale ha dato corpo al diffuso sospetto e nell'articolo di ieri il direttore ha riferito di una conversazione, naturalmente davanti a testimoni, nella quale Antonio Baldassarre, ex presidente della Corte Costituzionale, ha ammesso di aver ricevuto inviti ad intervenire perché fosse annullata la consultazione popolare sulla smilitarizzazione della Guardia di Finanza. Ci si aspettava qualche reazione almeno da parte degli organi di informazione, invece, come sempre più spesso accade, hanno taciuto perfino i Tg locali. Insomma intorno a tutto quanto riguarda le decisioni della Consulta, c'è un riserbo francamente eccessivo. E a noi, sprovveduti cittadini, illusi di poter dire la nostra da quando Pannella ci ha abituati a chiuderci in cabina per esprimere un sì o un no,
vengono in mente alcune domande che, magari, saranno ingenue, ma sarebbe bello avessero una risposta. Per esempio: se è vero che la Costituzione prevede l'ammissibilità di ogni referendum purché non si intervenga su materia fiscale (c'è sempre il matto che vuole abrogare l'Irpef), trattati internazionali (guai a mettere in discussione l'amicizia con la Repubblica di San Marino) o su una norma per il cui cambiamento è già allo studio una legge, come mai, dei trenta proposti solo undici sono passati e diciamolo, di non vitale importanza per la nazione. Certo ci recheremo alle urne per decidere se abolire la caccia o l'Ordine dei Giornalisti, argomenti si sa dei quali si dibatte in tutte le case, ma chi non ha voluto darci la possibilità di cancellare quel residuo 25 per cento di proporzionale che ci impedisce di votare secondo il maggioritario? Per quanto si possa avere fiducia nelle istituzioni è difficile non vedere dietro le scelte degli alti giudici una decisione politica più che tecnica. ma spinti da chi?
Qui aiutano i numeri: su 15 componenti della Corte Costituzionale 5 sono nominati dal presidente della Repubblica, 5 dal Parlamento, che vuol poi dire espressi dalla maggioranza, gli altri 5 da nessuno. Nel nostro caso inoltre c'è da notare che la cinquina voluta dal Parlamento è rappresentativa di una maggioranza messa insieme e tenacemente voluta dal capo dello Stato. Che poi il comando delle Fiamme Gialle fosse contrario alla smilitarizzazione del Corpo non è una novità, così come non stupisce che fra il Quirinale e la Guardia di Finanza ci siano dei contatti. Oddio, per amore di verità va detto che se le cose buone fatte dal dopoguerra si devono in gran parte alle iniziative di Marco Pannella e Mario Segni, è altrettanto vero che non sempre gli esiti referendari sono stati rispettati. Ricordate quando votammo per l'abolizione non dell'agricoltura, ma del ministero che aveva contribuito a distruggerla? Bene a tutt'oggi i campi sono deserti, ma il dicastero è vivo e lo manteniamo noi. E chi dimentica lo s
poglio delle schede in base al quale lo Stato avrebbe dovuto risarcire chi viene ingiustamente condannato? E' finito (solo in ordine cronologico) con quella signora che la settimana scorsa ha incassato 11 milioni dopo aver fatto da innocente 9 mesi di galera. Può darsi quindi che i giudici della Consulta pressati più o meno dai poteri forti abbiano deciso comunque di testa loro per il nostro bene: ma per cosa li mandiamo a votare, devono aver concluso, visto che poi comunque non cambia mai niente?