Per prima cosa non siamo in guerra e non siamo soldati, ma siamo dei militanti impegnati a raggiungere gli obbiettivi che ci siamo dati e ai quali crediamo, con i mezzi che la nonviolenza ghandiana ci ha insegnato ad usare e, ciascuno di noi, con quello che ci sentiamo di dover dare e con quello che sentiamo sia giusto fare, perche' siamo tutti maggiorenni e consapevoli della gravita' del momemto politico attuale.
Mi permetto di scrivere questo intervento CHE NON E' POLEMICO ma che considero politico perche' ho una estrema esigenza di chiarezza e perche' penso che la chiarezza dei rapporti migliori il lavoro politico di tutti, e lo scrivo qui, in questa conferenza, perche' e' giusto confrontarci tra compagni usando i mezzi che ci siamo dati.
D'altronde scrivere in conferenza non e' una perdita di tempo per nessuno e non e' "rubare tempo" alla militanza e all'impegno politico di nessuno. Si tratta di un altro tempo :-)
Non credo che la "meritocrazia" sia mai stato un sistema in uso da noi, e non credo che l'iscritto abbia dei "doveri" di militanza. Non credo neanche alla mobilitazione "visibile ed eroica" ad ogni costo. L'appello accalorato ai militanti e' giusto ed e' sacrosanto, ma ci sono modi e modi per sollecitare la presenza dei "pigri" e per incoraggiare i piu' timidi a chiedere contributi :-)
Mi ricordo che Emma ci diceva:
"quando mi dicono di mobilitarmi non so se devo salire e scendere le scale come un' ossessa o cosa..." :-)
Anch'io reagisco cosi' alle richieste perentorie di Donvito.
Non so cosa fare e non so come fare.
E' un interrogativo molto serio che mi sto ponendo da parecchio tempo. Il Movimento ha bisogno di militanza a tempo pieno? Ok. Ma io allora non potro' piu' far parte del Movimento.
Non amo questa neo meritocrazia imperante e non trovo giusta la colpevolizzazione del "contributo" dato dal militante.
Voglio farvi un esempio: non me la sono sentita di partecipare alla maratona, e ho mandato al Movimento 500.000 lire (in piu' di tutto quello che avevo gia' versato) che per me e le mie attuali finanze sono un grosso sacrificio. Ora mi pento amaramente di avere spedito quell'ulteriore contributo perche' ho solo avuto commenti negativi e un diffuso disprezzo per questo benedetto "contributo-alibi" (come e' stato qualificato) che ho versato.
Non era un alibi ma un aiuto indiretto ai compagni che si sgolavano per chiedere soldi.
Per concludere:
Se il Movimento e' come lo vede, lo pensa e lo vive Donvito, io mi dimetto dal Consiglio Generale e poi si vedra'.
Se invece non e' come lo vede, lo pensa, lo vive e lo scrive Donvito allora cerchero' di riappropriarmi del mio essere radicale come l' ho sempre sentito, pensato e vissuto io, e (ne sono convinta) non solo io.
N.B per Donvito:
NON sono in crisi con il partito.
NON sono in crisi con il movimento.
NON ho problemi con nessuno ne' in ambito partito ne' in ambito movimento e non ho nessun problema personale.
NON sono in crisi, NON sono cambiata e il mio entusiasmo e' quello di sempre.
E per finire NON sto lamentandomi di niente: cerco solamente di sollecitare il parere di altri compagni.
Per favore ditemi come la pensate.