COSA ACCADE NEGLI USA
CLINTON NON POTREBBE
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Il Presidente degli Stati Uniti che cerca di influenzare un giudice della Corte Suprema? Per motivi politici, avvocati e giornalisti la domanda non sembra avere alcun senso. "Una storia molto italiana" azzarda uno di loro, dopo aver ascoltato la storia del presidente Scalfaro e delle sue telefonate ai giudici italiani che dovevano decidere sui referendum. Non capiscono molto nemmeno dei referendum. Negli Stati Uniti si fanno a livello molto locale e al massimo statale.Come in California dove gli elettori hanno approvato il referendum che taglia l'assistenza medica ed il diritto alla scuola per i figli degli immigrati clandestini, oppure l'Oregon che ha respinto il diritto al suicidio assistito. Quindi quelli che da noi potrebbero essere referendum nazionali, come sull'aborto, sulla pena di morte, il divorzio, ecc.ecc. negli Stati Uniti sono quesiti posti alla Corte Suprema. In tutto otto giudici, più uno che funge da capo. Sono scelti dal Presidente degli Stati Uniti fra i migliori cervelli giuridici del Pa
ese. Questi giudici che in genere incidono sulla vita e sul futuro del Paese molto più di un presidente, sono davvero incorruttibili, sono lontani dalla sua influenza? La risposta è stata unanime: nella storia della Corte Suprema non ci sono mai stati casi di corruzione o di influenze indebite. O almeno non si è mai saputo niente. La Corte Suprema decide a maggioranza con la pubblicazione ufficiale di tutti gli atti. In questi anni l'anima conservatrice della Corte si è espressa attraverso Antonin Scalia, un siculo-americano considerato la mente più brillante ed acuta dei giudici supremi. Alla domande se venisse provata l'influenza di un presidente su un giudice della Corte Suprema cosa succederebbe, nessuno ha voluto o saputo rispondere. Una tale eventualità la ritengono non solo improbabile, ma assolutamente impossibile.
COSA ACCADE IN BELGIO
PRESSIONI? IMPOSSIBILE.
"Pressioni del Capo dello Stato sula Consulta? In Belgio tutto ciò non sarebbe assolutamente possibile e questo per una serie di ragioni". Lo dichiara il prof.Francis Delprè, docente di diritto costituzionale alla facoltà di giurisprudenza dell'Università cattolica di Lovanio, e spiega che quello che in Italia parrebbe delinearsi come un intervento così palesemente anticostituzionale del presidente della Repubblica, in questo Paese non potrebbe in alcun caso verificarsi. "Innanzitutto in Belgio non esistono i referendum in quanto la nostra Costituzione li interdice - sottolinea il docente - la legge prevede solamente le consultazioni popolari a livello locale". La sola eccezione risale al 1950, quando la popolazione fu chiamata alle urne per una consultazione sulla monarchia che si concluse con un 57 per cento di voti a favore di re Leopoldo il quale tuttavia dopo poco abdicò in favore di re Baldovino. Ma, istituzioni referendarie a parte, prosegue Delprè: "Secondo l'ordinamento giuridico del Paese non sareb
be ipotizzabile alcun tipo di pressioni del capo dello Stato sulla magistratura". Il Belgio è infatti una monarchia costituzionale a capo della quale è, dal 9 agosto 1993, Re Alberto II. I poteri costituzionali del sovrano sono quelli di nominare e revocare i ministri, dirigere le relazioni internazionali, di comando delle forze armate, concludere i trattati, sanzionare e promulgare le leggi e sciogliere le Camere, oltre ai poteri di grazia e riduzione delle pene. "Non può dunque in alcun caso crearsi situazione per la quale divenga ipotizzabile un intervento diretto del sovrano sulle decisioni della magistratura" conclude Delprè. E, a riprova di un potere del sovrano - nel caso specifico quello di re Baldovino - in conflitto fra i propri doveri ed una irrinunciabile morale cattolica, resta il ricordo della sua "vacatio" dal trono per un giorno. Unica chance per non firmare, quale capo dello Stato, una legge sull'aborto che non avrebbe mai voluto approvata.
COSA ACCADE IN GRAN BRETAGNA
LA REGINA STA A GUARDARE
L'ipotesi ventilata in Italia circa presunte interferenze del Capo dello Stato nelle attività della Consulta sarebbe del tutto improbabile in Gran Bretagna, dove il monarca regnante svolge mansioni essenzialmente rappresentative esercitando poteri molto ben delimitati.Prima di ogni cosa le Regina Elisabetta è il simbolo vivente dell'unità nazionale. Ufficialmente spettano a lei i compiti di guida dei poteri esecutivo, legislativo e giudiziario e di comandante in capo delle forze armate. Ma dopo la progressiva riduzione dei poteri assoluti esercitati nei secoli scorsi dalla monarchia britannica la sovrana - come spiega l'annuario governativo del "Central Office of Information" di Londra - si limita oggi ad operare "secondo suggerimenti del suo governo, democraticamente eletto dal voto popolare espresso al termine di ogni legislatura". Il rituale "discorso della Corona" che illustra il programma legislativo del Governo in carica all'apertura della sessione annuale dei lavori parlamentari viene letto dalla regi
na dinnanzi alle Camere dei Comuni e dei Lordi riunite in seduta congiunta. Ma il suo testo è redatto in anticipo dallo stesso Governo e la sovrana non oserebbe modificarne neanche un paragrafo. E' il governo che prende tutte le decisioni vitali per il Paese agendo "in nome della regina". Ma spettano alla regina le formali facoltà di convocare o dissolvere il Parlamento, nonché di esprimere il proprio assenso per la promulgazione delle leggi. Anche le nomine dei ministri, dei giudici e dei più alti gradi delle forze armate rientrano nelle competenze della monarchia, come la designazione dei diplomatici e dei vescovi della Chiesa d'Inghilterra. La sovrana presiede le periodiche sedute del Consiglio privato della Corona e deve essere "consultata" su ogni aspetto della vita nazionale, mostrando sempre "un'assoluta imparzialità", come prescrive senza mezzi termini l'annuario governativo.
COSA ACCADE IN GERMANIA
REFERENDUM? NON SONO PREVISTI
L'organo costituzionale supremo della Germania è il Bundesverfassungsgericht, la Corte Costituzionale federale, ed ha sede a Karlsruhe fin dal giorno della sua fondazione, avvenuta nel 1951. Alla sua composizione contribuiscono 16 giudici, eletti per una metà dal Bundestag e per l'altra metà dal Bundesrat, la camera dei Laender, con la maggioranza dei due terzi. Tra le tante decisioni che questa suprema corte è chiamata a prendere non c'è quella sull'ammissibilità o meno di un referendum, per il semplice fatto che una tale possibilità non è prevista dalla Costituzione tedesca. Mentre non è possibile per un politico assumere la carica di giudice costituzionale, il contrario è senz'altro lecito e trova la sua migliore conferma nel fatto che l'attuale presidente della Repubblica tedesca, Roman Herzog, prima di rivestire la carica di cui è attualmente titolare, è stato presidente della Corte Costituzionale. Che egli possa esercitare una qualunque influenza sulle decisioni che vengono prese dai suoi ex colleghi d
i Karlsruhe è un'idea che in Germani non sfiora la mente di nessuno. L'esempio più probante dell'estrema neutralità adottata da Roman Herzog si è avuta lo scorso anno, quando una decisione della Corte Costituzionale tedesca accolse la richiesta di due genitori che chiedevano l'eliminazione del crocefisso dalle scuole elementari della Baviera, in quanto simbolo di discriminazione religiosa nei confronti delle convinzioni da loro impartite al loro bambino. Pur essendo fortemente convinto del contrario, l'attuale presidente della Repubblica si è ben guardato non solo dall'intervenire presso i giudici, ma anche dall'esprimere pubblicamente la propria opinione prima e dopo la sentenza. Va anche detto che chi si azzardasse in Germani a provare ad influenzare in qualche modo le decisioni del supremo organo costituzionale una cosa l'otterrebbe di sicuro: la fine della propria carriera e la morte civile.