E' la seconda trasmissione che ascolto da Radio Radicale in materia di handicap. Ed è andata in onda ieri sera, condotta e organizzata e voluta da Cinzia Caporale. Cinzia è decisamente brava, per Radio, e non soltanto per la voce molto gradevole di cui dispone.Poco prima che la prima trasmissione andasse in onda, giorni fa, Cinzia mi chiese di intervenire al termine della stessa, anche per dare un commento a quanto detto dagli altri interlocutori.
Avendo ascoltato quella trasmissione fino a quel momento, per oltre un'ora, non ritenni di intervenire.
Il motivo era che, molto molto semplicemente, qualsisasi radio avrebbe potuto trasmettere quella trasmissione. Una buona trasmissione, buona per qualsiasi radio. E probabilmente non proprio buona per Radio Radicale - anche se non sta a me dirlo.
Con Cinzia ne abbiamo parlato, poi, e le ho espresso il mio punto di vista: non mi sembra possa parlarsi di handicap in Italia senza rendersi conto che quell'ambiente è una delle sintesi più perfette e perfettamente rappresentative del peggio di questo stato.
Non si può a mio parere prescindere dal fatto per cui è provato che il 30-35 per cento delle pensioni e delle indennità sono fasulle in tutto o in parte. E numeri del genere qualche valore mi sembra lo abbiano.
Non si può prescindere dal fatto che in questo paese le pensioni e le indennità vengono assegnate da commissioni provinciali, di cui fano parte anche rappresentanti di quelle associaizoni di disabili che sono delle vere cattedrali cui la legge demandava la rappresentanza giuridica delle categorie dei sordi, dei ciechi, degli invalidi civili e di guerra. E che sono rimaste identiche a se stesse.
Insomma, mi sembra un pochino imrudente, proprio dal punto di vista giornalistico, evitare od omettere questo punto di vista, e questi fatti.
Ma non sta a me disporre alcunché, naturalmente, e quindi mi sono limitato a evitare di intervenire in quella trasmissione, e a spiegarne i motivi alla conduttrice.
Ieri sera, poi, RAdio Radicale manda in onda ancora una volta una trasmissione sullo stesso argomento, una trasmissione più breve e concepita come triangolare tra studio e due interlocutori. Buona, ancora, salvo che anche questa poteva essere perfettamente trasmessa da qualsiasi radio.
Cinzia forse ci ha provato, ma senza dubbio non è riuscita a far scendere il suo pur bravo interlocutore Anao sul terreno vero: il ruolo delle associazioni, che sono parastato, nel regime di corruzione generalizzato delle milioni di invalidità italiane.
(Se ben ricordo, su un 3,5 per cento di popolazione invalida in Germania, quella italiana supera il 10 per cento. Nonostante l'aria buona, il mare, l'assenza del micidiale German Disease,...)
Il dire, come ho fatto sopra, che se una trasmissione può andare bene in qualsiasi radio quella trasmissione non va bene per Radio Radicale, non è certo un principio, ma semplicemente una esemplificazione. Come è una esemplificazione dire che da Radio Radicale può andare in onda Stampa e Regime, così come una rassegna stampa diversamente concepita; che sono appunto cose diverse. E basti averne consapevolezza.
Credo che basti leggere i giornali, ed è facile rendersi conto del fatto che quello della assistenza agli invalidi è uno dei più grossi e sporchi business di questo paese.
E' legittimo tenerne conto, così come è legittimo non tenerne conto. Ma la scelta tra queste due opzioni non è neutra; né può essere inconsapevole.