Dichiarazione di Benedetto della Vedova, Segretario nazionale dei Club Pannella-Riformatori.

Roma, 19 febbraio 1997

"Irene Pivetti chiede di 'non affidare la libertà dell'informazione allo scontro sommario e facilmente demagogico di un referendum' e lancia un accorato appello a tutti i deputati perché vengano esaminati con urgenza i provvedimenti che riguardano la riforma dell'Ordine, in modo tale da scongiurare il referendum indetto dai Riformatori per la prossima primavera. In particolare l'ex- presidente della Camera chiede l'esame (e, immaginiamo, l'approvazione) del suo disegno di legge di riforma, che chiede, nientemeno, di dare rilevanza costituzionale all'organo di autogoverno della categoria.

Insomma, un veloce ritorno allo Stato delle Corporazioni: e perché, a questo punto, non garantire al Presidente dell'Ordine dei giornalisti un seggio in Parlamento con le riforme della Bicamerale? E perché non dare rilevanza costituzionale all'ordine dei medici, degli avvocati, degli ingegneri (altre categorie 'tanto importanti', come la Pivetti definisce i giornalisti)?

Di costituzionalmente garantito, sicuramente, c'è la libertà di stampa sancita dall'articolo 21 della Carta fondamentale, che non può essere soggetta ad alcuna autorizzazione, tantomeno a quella di un direttore responsabile obbligatoriamente iscritto all'Ordine: un taglio netto con il passato su questo punto fondamentale è la principale ispirazione del quesito referendario.

Cosa siano state la stampa e la Tv fino ad oggi, nonostante o a causa dell'Ordine, i cittadini italiani che voteranno per il referendum lo hanno ben presente, e decideranno di conseguenza".