Non mi interessa fare una difesa d'ufficio (o di bottega), credo però che l'approfondimento esasperato di alcuni aspetti, di alcune dinamiche etc. etc., porti ad una visione distorta: a volte è più utile il grandangolo del teleobiettivo.Ad esempio: sostiene Martini che non si possa fare informazione sentendo decine di deputati e senatori per chiedere loro che faranno dell'odiato finanziamento pubblico e perchè non lo danno ai Club, Cora, Era, Caino etc.. Possibile, probabile magari. (Del resto, io preferei ascoltare una intervista a questo o quel brillante economista liberista che argomenta incofutabilmente sul destino radioso delle economie e delle società liberali ed individualiste.) Se questo è il piano, però, è possibile anche che, per una radio di informazione politica aggressiva, sia tutt'altro che fuori luogo incalzare i parlamentari per avere pubbliche risposte sull'uso che decideranno (o non decideranno) di fare di una facoltà che una legge abberrante e raccapricciante concede loro, cioè quella di poter destinare a chi vogliono una quota di finanziamento pubblico. Ed è possibile che non lo sia, fuori luogo, neppure chiedere, alla fine, "perchè non per i referendum?" Questo nonostante la fretta, il ritardo, l'improvvisazione, la con
trdditorietà (non legatevi ad un partito per tutta la legislatura!! legatevi a noi!: bisognerebbe, secondo me, chiedere di utilizzare una formula che consenta di decidere anche nei nostri confronti anno per anno), nonostante si tratti pur sempre di utilizzare il finanziamento pubblico, ...
Pertanto io, radicale per aspirazione ma non (ancora) per DNA, dico: forse" est modus in rebus". E non dispero ancora del tutto che esista la possibilità di trovarlo.
Ancora: sostiene Martini che lui delle "campagne" ne ha le palle piene.
Io no. Ieri Dino Cofrancesco, rivolto a Martelli, scriveva sul Corriere (più o meno) che per un liberale che non si fida dell'Ulivo e non ci pensa nemmeno a stare nel Polo non restano che due alternative: il proporzionale o il movimentismo radicale, cioè l'iscrizione ai Club Pannella. Il proporzionale, per il momento almerno, non c'è più. Ma il movimentismo radicale ha ancora attrattiva proprio perchè non pretende di proporre velleitariamente una palingenesi liberale della società, delle istituzioni e dell'economia restando nel frattempo in attesa che anche il resto del mondo capisca che questa sia l'unica via di salvezza (o di fuga), ma. Le campagne radicali e riformatrici sono spesso un po' grezze, antiestetiche, unilaterali. La campagna per i venti referendum mi appariva indifendibile. Alla fine è diventata una cosa seria, su cui si sono espressi con favore autorevoli politici e commentatori "liberali". Certo, ci hanno fregato, ma costerà loro non poco e questa è già una piccola ma concreta conquista, lib
erale, lib..lib....