Ancora ieri sera, a Milano, si discuteva dell'immoralità di accettare il finanziamento pubblico.
Il problema è che con la morale (o anche con i meno nobili moralismi), non si fa la politica.
Guardiamoci intorno: noi proclamiamo le sacre doti del sistema elettorale uninominale anglosassone e i traditori della volontà referendaria degli italiani ci stanno ammannendo -per le elezioni politiche- un bel Tatarella a doppio turno (perché quello a turno unico, evidentemente, non era abbastanza turpe).
Analogamente, sul finanziamento pubblico, noi ci interroghiamo su nobili principi, mentre il regime si appresta, in pochi mesi, a concludere la restaurazione.
Ebbene, prendiamocelo, il finanziamento pubblico, per fare i referendum elettorali e contro il finanziamento pubblico. Magari non facciamo venti referendum, ma dei pacchetti mirati, che costringano la Corte costituzionale e le oche del Quirinale ad essa contigue a calpestare tutti i sacri principi dietro cui ancora si riparano.
Vogliamo passarlo o no, il Rubicone?
--- MMMR v4.70unr