Radicali.it - sito ufficiale di Radicali Italiani
Notizie Radicali, il giornale telematico di Radicali Italiani
cerca [dal 1999]


i testi dal 1955 al 1998

  RSS
dom 04 mag. 2025
[ cerca in archivio ] ARCHIVIO STORICO RADICALE
Conferenza Movimento club Pannella
Partito Radicale Rinascimento - 25 febbraio 1997
Roma, 25 febbraio 1997

(L'Opinione di Artuto Diaconale pubblicherà il seguente intervento di Marco Pannella, preghiera di citare la fonte)

PANNELLA: REFERENDUM CONVOCATI IL 15 GIUGNO? INTANTO 'VIETATI' I RIFORMATORI, IL LORO MOVIMENTO, COLPEVOLI DI RAPPRESENTARE DA SOLI LE CONVINZIONI DEL POPOLO.

GLI SCONCI DELL'OSTRACISMO E DEL TRASFORMISMO DEL POTERE.

"Sembra pacifico che, se i referendum non fossero stati vietati, sui 'maggiori' fra essi, avremmo riscontrato vittorie di grandi proporzioni. E, appunto per questo, sono stati vietati dalla Corte 'Costituzionale'. Per la legge elettorale 'americana', per la responsabilità civile dei giudici, per la riforma sanitaria, sull'aborto, sulla droga, sulla smilitarizzazione della Guardia di Finanza, sui referendum liberisti saremmo tornati a riscontrare le grandi maggioranze del 1993; ma questa volta su un progetto anche complessivo di riforma radicale del nostro paese, oltre che di riforme puntuali di grande rilievo.

E' altrettanto pacifico che, se si tornasse a votare, sul referendum contro il finanziamento pubblico dei partiti - che li ha visti tutti uniti, senza eccezione alcuna - noi avremmo la conferma del 90 per cento o giù di lì. E 'i partiti', cioè il potere, cioè la società dei padroni, potrebbero suddividersi la paternità del 10 per cento residuo. Troppo poco, devono aver valutato.

Il paese è assolutamente maturo per una rivoluzione liberale, per un'alternativa storica di regime e di cultura. Il potere, nel suo assieme, pur avendo in mano e usando in modo totalitario mass media e informazione (lo documenteremo agli ignari e 'innocenti' totalitari), e in assoluta condizione di estraneità rispetto al popolo che domina, soffoca, corrompe e opprime. I moderni mezzi antidemocratici e antiliberali, sui quali 'la cultura' e l'informazione sembrano signorilmente distratti, consentono al regime di dissociare pienamente vita politico-istituzionale dalla comprensione della gente, del popolo, manipolato con sistemi e metodi elettorali e di informazione molto più perfetti e (per ora) efficaci di quelli fascisti, comunisti, o delle proiezioni orwelliane.

Divieto, dunque, di votare, di dibattere, di conoscenza su tutti gli obiettivi (referendari e non), le lotte radicali, e riformatori. Il popolo rischierebbe di riconoscervisi. Inganno, corruzione innanzitutto intellettuale e civile, machiavellismi da corte e da cortile, sono la regola oggi ancor più totalizzante che nel passato. Gli elettori e i lettori, i cittadini che lo scorso anno votarono per questo eccelso e puro intellettuale liberale, americano, alternativista, ora ne leggono le apologie per la 'vittoria' di D'Alema poiché - secondo lui! - si tratterebbe invece della vittoria di ... Berlusconi. Senatore di due padroni, insomma. Padroni del Palazzo, ben inteso; e delle istituzioni fuori-legge. Uno, per la verità, meno padrone ma più remunerato dell'altro. Tanto, il popolo, e il movimento con il quale concorda in teoria, in pratica non contano, non esistono. A Mediaset, ancor più che alla RAI-TV.

Noi non ci rassegnamo. La democrazia è fuori-legge anch'essa. I liberali sono condannati alla clandestinità? E allora! Sapremo farcene forti. E' un impegno. E anche un invito a non mollare. Per i più, anzi, a cominciare a lottare. Per finire: referendum il 15 giugno? Tristi, pavidi, violenti imbroglioni!"

 
Argomenti correlati:
stampa questo documento invia questa pagina per mail