Su "l'UNità" del 25 febbraio è apparso un articolo firmato da Lino De Guido (coordinatore Pds politiche sicurezza insicurezza urbana) e da Pietro Folena (responsabile Pds problemi dello Stato) dal titolo "Sicurezza pubblica serve una svolta".
Nell'articolo si accenna al "vuoto di cui, a proposito di condizione giovanile, ci ha parlato Giovanni Paolo II", si parla di "impatto sicuritario", si consiglia "l'unificazione dei numeri di emergenza 112-113", ma non viene detta e scritta neppure una volta la parola "droga".
Epppure gli autori dell'articolo sanno bene ce, da vent'anni a questa parte, è lo spaccio di droghe che ha modificato la vita dei quartieri delle città ed intaccatola sicurezza urbana.
Mentre la destra cavalca le speculazioni sugli extracomunitari=spacciatori, la sinistra non ne parla per paura di essere tacciata di razzismo!
Ma è razzista il constatare che si stanno formando vere e proprie "mafie extracomunitarie" ormai in concorrenza fra loro e con quelle italiane (altri scontri fra magrebini e senegalesi ai Murazzi a Torino, il comandante generale dei carabinieri del Piemonte che indica nella "mafia albanese" il veropericolo in prospettiva ma si dichiara contro la "militarizzazione" del territorio perchè inutile se non vantaggiosa per il crimine...)?
E la risposta antiproibizionista non è l'unica che abbina efficacia e rispetto delle regole democratiche?
Sicuramente De Guido e Folena l'hanno pensato ma non hanno avuto il coraggio di ammetterlo, neppure due giorni dopo l'approvazione dell'ordine del giorno antiproibizionista al congresso del Pds...
E' più comodocontinuare a strizzare l'occhio ai cattolici citando Giovanni Paolo II....