Roma, 28 febbraio 1997
"Ora che il referendum stato vietato, si scatenano i proibizionisti del Ppi e di ogni altra sorta. Prima sembravano pi· moderati e prudenti. Torneremo a proporre iniziative legislative, referendarie, di disobbedienza civile e di lotta nonviolenta perch il popolo possa giudicare e compiere scelte democratiche anche su questo problema; cosø come sull'aborto.
I proibizionisti italiani aggiungono, inoltre, i loro compagni stranieri ed ai loro connotati intolleranti, una nuova giungla di interessi assistenzialistici, nella pretta tradizione democristiana e partitocratica, cio in una tradizione che ha corrotto quasi tutto: ideali, obiettivi politici, interessi, una situazione di potere devastante. Non si comprende perch tutto questo dovrebbe produrre altro che effetti criminogeni, al contrario di ieri. Il Ppi raccolga pure firme; noi, per ora, ci limitiamo a ricordare che oltre cinquecentomila cittadini ed elettori hanno sottoscritto il nostro quesito referendario, nell'ambito delle 12 milioni di firme autenticate e certificate dalla Cassazione. E che, nel 1993, il 53% dei votanti ci dette ragione".