Conferenza Movimento club Pannella |
Vernaglione Piero
- 3 marzo 1997
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Partecipo anch'io al gioco delle proposte per eventuali futuri referendum. Andrebbe abrogata la norma, veramente da Stato etico, che toglie il diritto di voto agli imprenditori falliti. In particolare, la norma in questione è contenuta nel punto numero due dell'articolo 2 Titolo I della legge n. 223 del 20 marzo 1967 ("Testo unico delle leggi per la disciplina dell'elettorato attivo e per la tenuta e la revisione delle liste elettorali"). Il comma recita: "Non sono elettori: [...] 2) i commercianti falliti, finché dura lo stato di fallimento, ma non oltre cinque anni dalla data della sentenza dichiarativa del fallimento". Solo una cultura moralista e autoritaria può partorire orrori del genere. Peraltro, io non limiterei in nessun caso il diritto di voto, e dunque ripristinerei l'elettorato attivo anche per le altre categorie individuate nei punti successivi dalla legge (persone sottoposte a misure di sicurezza detentiva ex art. 215 del codice penale, i condannati a pena che importa la interdizione perpet |
ua dai pubblici uffici, e altri). Comunque, relativamente all'abrogazione del punto 2), verrebbe intrapresa in questo modo una battaglia che salda l'estensione dei diritti politici alla difesa "liberista" dei produttori. |
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