A Siena e' ancora fresca la zuffa tra i due clubs cittadini - uno dei quali"diretto" in modo perlomeno disinvolto da un cosiddetto
"vecchiocompagnodasempreiscritto" che non ha fatto neppure un tavolo per la
raccolta delle firme referendarie - combattuta perfino sulle pagine dei giornali
locali con una veemenza degna di miglior fine.
A Firenze la storica sindrome cittadina della "faida" ha colpito perfino i
riformatori dando vita a "congiure" e colpi bassi per la raccolta di inscritti
"nel mio club piuttosto che nel tuo".
Mi viene da chiedere
1.Sono solo episodi isignificanti tipici un malinteso senso della autonomia
dei clubs o e' la tendenza irreversibile di una disgregazione politica?
2.Non e' forse il momento di dibattere sulla creazione di un nuovo soggetto che
rigettando quelle tendenze anarcoidi e i narcisismi politici di qualcuno
stabilisca piu' forti sintonia tra centro e periferia? O dei presiidi
provinciali si puo' fare a meno come Danilo Quinto (altrimenti detto "Attila")
sembra averci indicato?
E a questo proposito, nel ringraziare gli organizzatori "professionisti" della
geniale campagna delle 900.000 lettere per le assemblee di club
3.potete suggerirci come rimediare alle conseguenze degli errori delle date di
convocazione? O dobbiamo sperare in un provvido ritardo postale?
Massimo Moretti
Club Valdelsa Libertaria