STET: NIENTE COLPI DI MANO SULLA GOLDEN SHARE
Comunicato del Comitato Promotore referendum per l'abrogazione della golden share.
Non tutti i mali vengono per nuocere: l'incapacità da parte del Governo di trovare una mediazione con Rifondazione Comunista ha ritardato oltre l'ultimo minuto utile il vario da parte del Presidente del Consiglio del Decreto, previsto dalla Legge 474/94, con la specificazione dei contenuti della cosiddetta golden share.
A questo punto non sarà possibile per le assemblee straordinarie di Stet e Telecom, previste per il 26 marzo, modificare gli statuti e introdurre la riserva di poteri al Tesoro. Salvo, ma ci rifiutiamo di crederlo, che il Governo voglia fare pressioni sulla Consob perché "chiuda un occhio", come risulterebbe da indiscrezioni raccolte oggi dal Sole24Ore. Per quel che ci riguarda non assisteremo certo in silenzio a tali, eventuali, colpi di mano e difenderemo in ogni modo il rispetto della legalità.
Questa ennesima brutta figura del Governo sulla via delle privatizzazioni, speriamo, indurre a riflettere sulla necessità di scelte chiare: o si ha la volontà ed il coraggio di arrivare a vere privatizzazioni, senza l'utilizzo perverso della golden share come strumento di contrattazione fra partiti, o, altrimenti, meglio dire forte al paese che il Governo ed i partiti non hanno fiducia nel mercato e desiderano mantenere le loro posizioni di controllo e di gestione nelle grandi aziende pubbliche. La politica del colpo al cerchio (la vendita delle azioni) e di quello alla botte (il mantenimento del potere sostanziale nelle aziende con la golden share) non si addice ad un paese in cerca di credibilità sui mercati finanziari interni ed internazionali. Ed in più, come sta accadendo per la STET, crea solo grossi pasticci.