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Conferenza Movimento club Pannella
Segreteria Rinascimento - 22 marzo 1997
Da "L'opinione delle Libertà" del 9 gennaio 1997 - pag. 1

FINANZIAMENTO AI PARTITI

COME SABOTARE LA NUOVA LEGGE USANDO IL SUO TESTO

Come scardinare la nuova legge sul finanziamento pubblico ai partiti. Potrebbe essere il bestseller dei prossimi mesi. E Giulio Savelli, editore e deputato di Forza Italia, forse ci sta facendo sopra un pensierino. Nel frattempo, insieme ad altri parlamentari forzisti sta formulando un artificio tecnico per rendere difficile, se non impossibile, l'applicazione della normativa da poco approvata dal Parlamento. La sua idea parte dal dettato della stessa legge, che impone ad ogni parlamentare di dichiarare, entro trenta giorni dall'emanazione del nuovo testo, la propria appartenenza politica. Tale certificazione non potrà essere cambiata per tutta la legislatura. "Ciò significa - spiega Savelli - l'immobilità forzata del parlamentare in uno schieramento nel quale magari non crede più ma nel quale è costretto a operare per motivi di bottega. Poniamo, ad esempio, che Berlusconi si converta al comunismo: perché dovrei restare con lui? E cosa dire di Bossi, che ogni tanto espelle i suoi fuorilinea, com'è successo

di recente alla Pivetti? In base a questa legge, la scissione, non soltanto politica ma finanziaria tra Pds e Rifondazione sarebbe impossibile". Infatti. la vecchia legge stabiliva che, in caso di ridimensionamento del gruppo o parlamentare, cambiava anche l'entità dell'erogazione. Così, invece, tutto è legato al partito che, grazie alla gestione verticistica del bilancio, può evitare controlli imbarazzanti sulle sue iniziative. Il trucco, quindi, è la creazione di un movimento, che usufruisca del finanziamento pubblico dei politici aderenti, garantendolo anche in caso di abbandono del gruppo. "Vorrei chiamarlo 'movimento per l'autonomia e la dignità del parlamentare' annuncia Savelli perché, anche se ancora non so come far convivere questa formula con il mio partito di riferimento. Potrei decidere anno per anno di girare il mio contributo a Forza Italia. Ma non una volta per tutte".

L'iniziativa di Pannella per il conflitto di interessi presso la Corte costituzionale, è lodevole ma, secondo il parlamentare forzista, "con la composizione dell'attuale Consulta, prevedo un risultato negativo". La bozza dello statuto è pronta nella premessa, si riafferma la libertà di coscienza dei singoli parlamentari e si ricorda il dettato dell'articolo 67 della Costituzione, secondo il quale ogni eletto a Montecitorio agisce "senza vincolo di mandato". Il movimento non avrà scopo di lucro e la sua durata si circoscrive alla legislatura in corso. Obiettivo dichiarato: togliere agli organi centrali del partito il monopolio finanziario e riattribuirlo a deputati e senatori. "Non a caso specifica Savelli il movimento è aperto a tutti".

Un dibattito difficile per Forza Italia

E in Forza Italia, cosa ne pensano? "Dibattere al nostro interno e difficile sospira il deputato ma, attraverso i miei contatti personali, mi sono accorto che molti si stanno ponendo lo stesso problema. C'è persino chi non vuoi crederci e, quando legge attentamente il testo, rimane di stucco. Comunque, sia la legge che il nuovo statuto di Forza Italia ci lasciano con l'amaro in bocca e, in fondo, sono le facce della stessa medaglia". L'altro alfiere del partito all'americana in Italia, Marco Taradash, fa anche lui il tifo per il leader referendario e cerca di attendere serenamente il responso dell'Alta Corte. "Non spetta a me decidere dice ma alla Consulta". Intanto, lui s'è già messo in moto ed ha elaborato un espediente ingegnoso per mandare all'aria il ripristino della legge abolita nel '93, con un referendum sostenuto dai Riformatori. "Se tutti i deputati - dichiara fondassero un minipartito composto soltanto da un singolo parlamentare, al momento di tracciare la mappa dei partiti, ci troveremmo di

fronte seicentotrenta formazioni da finanziare. Seppure non fossero seicento, noi del Polo da soli saremmo in grado di mettere in crisi l'intero sistema". Taradash è d'accordo con Savelli sul rischio dell'immobilità legato al nuovo testo legislativo. "E' il ritorno alle organizzazioni centraliste osserva e allo strapotere delle segreterie. Quella contro il finanziamento pubblico dei partiti e, in particolare, contro la disposizione che impone la dichiarazione irrevocabile di appartenenza è una battaglia di libertà".

 
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