STET, GOLDEN SHARE PESANTE
I poteri dell'"azione d'oro" saranno probabilmente simili a quelli decisi per l'Eni.
Domani la firma di Ciampi e il consiglio della finanziaria.
ROMA (golden share in dirittura d'arrivo per la Stet. Domani il ministro Carlo Azeglio Ciampi firmerà il decreto che fissa i "poteri speciali", del Tesoro da inserire nello statuto della finanziarla telefonica destinata alla privatizzazione dopo la fusione con Telecom Italia. Il decreto sarà emanato appena in tempo perché il consiglio di amministrazione della Stet, convocato per domani pomeriggio, possa recepirlo In vista della presentazione all'approvazione dell'assemblea straordinaria convocata per mercoledì 26 a Torino. Per quanto riguarda i contenuti, cioè l'ampiezza del poteri speciali dl cui il Tesoro sarà titolare dopo la privatizzazione della Stet, la previsione più accreditata e quella dl una golden share fotocopia di quella già Inserita nello statuto dell'Eni, cioè l'estensione massima dei poteri previsti dalla legge sulle privatizzazioni con cui e stata Istituita l'"azione d'oro". Nel gruppo petrolifero guidato da Franco Bernabè, il Tesoro oltre a nominare un consigliere e un sindaco, esprime il
gradimento sull'assunzione di partecipazioni rilevanti nel capitale dell'Eni e su eventuali patti di sindacato tra i soci. Inoltre ha il potere di veto sulle delibere di scioglimento, trasferimento dell'azienda o della sede sociale all'estero, fusione o cambiamento dell'oggetto sociale. Altra questione aperta è quella della durata dei poteri speciali. Rifondazione vorrebbe una durata di tre anni rinnovabile. Il ministro dell'Industria, Pierluigi Bersani, ha ribadito con un'intervista ai Mondo la sua preferenza per una golden share non perpetua ma a tempo. Aumenta Intanto l'attesa per le decisioni del Tesoro sulla terza tranche di collocamento delle azioni
Eni. Le novità potrebbero arrivare anche prima di Pasqua, cioè entro la prossima settimana. Nei giorni scorsi e stato conferito ai global coordinator delle prime due tranche, Imi e Credit Suisse First Boston, l'incarico di redigere un documento sulla base del quale valutare tempi e modi per l'operazione. Si ragiona su tre ipotesi: quella di vendere direttamente le azioni con un'offerta pubblica di vendita, quella di emettere subito warrant per l'acquisto delle azioni entro la fine del '97, quella di lanciare un prestito obbligazionario convertibile. Quest'ultima e la strada più veloce perchè non richiede autorizzazioni particolari e consentirebbe al Tesoro di Incassare subito il controvalore del collocamento.
G. ME.