alle ore 17,21 di oggi 25 marzo i militanti della "Maratona Oratoria" si sono insediati davanti a Palazzo Madama in corso Rinascimento e stanno conducendo una iniziativa di lotta nonviolenta, un comizio che andra' avanti ininterrottamente, giorno e notte, in difesa del diritto e dei diritti.
Continua la lotta partigiana nei confronti di un regime che si pone sempre più al di fuori della propria legalità, un regime fuori legge. Di fronte a questo attacco feroce alle possibilità di cambiamento e di riforma in Italia, occorre occupare le piazze e le strade, e rispondere con le armi della nonviolenza. Coraggio compagni! Alle armi! E' ora di lottare, di agire, di insorgere; i nostri arsenali sono colmi di armi. Nelle città in cui esista una presenza militante attiva, sarà possibile organizzare la mobilitazione (maratone, postazioni fisse --giorno e notte--, picchettaggi nonviolenti, pedinamenti ossessivi, azioni di disobbedienza civile) per assicurare l'adeguato sostegno economico, militante, politico ad un nuovo progetto referendario, per evitare che questo Paese precipiti verso un 4 regime, dopo aver subito da oltre 150 anni tre regimi, tutti e tre statalisti, burocratici, corporativi, reazionari, partitocratici e, quindi, illiberali.
Nel 1876, infatti, (secondo lo storico Zeffiro Ciuffoletti) vi fu il primo "ribaltone" della storia politica italiana, che segno' l'avvio del "grande trasformismo". La sinistra vinse le elezioni solo dopo essere andata al potere e grazie all'uso sempre più spregiudicato delle manipolazioni elettorali da parte del ministro dell'interno Nicotera. Questa prassi, antitetica allo spirito della democrazia liberale, per la quale si va al governo dopo aver vinto le elezioni, era destinata a diventare una delle maggiori anomalie del sistema politico italiano. Questa prassi è oggi tanto cara a Scalfaro e ai suoi accoliti di regime.
Ogni punto di riferimento si attivi subito, prefiggendosi di realizzare un obiettivo minimo finanziario, di modo che si possa partire subito con una nuova, grande campagna referendaria.
Un caro saluto
Mariano