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Conferenza Movimento club Pannella
Arpa Arezzo - 26 marzo 1997
Un referendum antiproibizionista.

Durante un filo diretto su Radio Radicale Pannella ha ancora una volta accennato ad un possibile referendum per l'abrogazione della legge Merlin.

Ancora una volta non comprendo la circospezione e l'eccessiva cautela ideale con la quale si affronta l'ipotesi di un referendum antiproibizionista come quello che ripone nella legalità uno stato di fatto:la prostituzione.

Il rischio è di perdere ancora una volta l'occasione per riaprire un dibattito sempre impedito dalla retorica cattolica o femminista, ma soprattutto un'occasione per allargare l'idea di antiproibizionismo, svincolarla dalla sola legalizzazione della droga, per meglio comprendere che non si tratta di un fatto di coscienza ma l'antiproibizionismo è parte inscorporabile dell'essere liberale poiché rifiuta una coscienza imposta, in questo caso dallo Stato.

La differenza della tipologia commerciale tra droga e prostituzione, cioe' nel primo caso uno scambio di beni nel secondo una prestazione di servizio, non impedisce che le conseguenze del proibizionismo sulla prostituzione siano molto simili a quelle che si hanno sulle droghe e a quelle che si sono avute sull'alcool. Arricchimento della criminalità e conseguente sfruttamento e violenza sulle prostitute, anche da parte delle forze dell'ordine; l'inefficacia dello stato di polizia a cui tende la proibizione diffonde un mercato nero che, per definizione, e' scarsamente controllabile con le gravi conseguenze di mancanza di controllo sanitario, di informazione, e di tutela sindacale.

Il proibizionismo lede la liberta' contrattuale dei singoli, e nella prostituzione ne altera l'equilibrio a favore del cliente che spesso si permette diverse violenze.

Ci sono pochi dubbi sugli elevati margini di consenso che avrebbe il referendum antiproibizionista sulla prostituzione poiche' per la "legalizzazione delle puttane", un consenso maggiore di quello per "le canne libere".

Un saluto

Carlo Valdisalici

 
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