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Conferenza Movimento club Pannella
Segreteria Rinascimento - 27 marzo 1997
Dal "Corriere della Sera" del 27 marzo - pag. 23

STET, GOLDEN SHARE IN STATUTO

TRONCHETTI: INQUINAMENTO NELLA PRIVATIZZAZIONE. FISSATO IL DIRITTO DI RECESSO

Approvata l'introduzione dell'azione d'oro. Rossi come San Sebastiano e la favola del gatto sul cammello.

TORINO - Un altro passo avanti verso la privatizzazione della Stet. L'assemblea degli azionisti della finanziaria telefonica ha inserito nella statuto la golden share, cioè i poteri speciali che lo Stato manterrà sulla società anche dopo la vendita ai privati. In pratica la cosiddetta "azione d'oro" consente allo Stato di controllare che la Stet non finisca in mani sgradite attraverso scalate. E' stato fissato anche il diritto di recesso in vista della fusione con Telecom: sarà di 6466,18 lire per le azioni ordinarie e di 4976,6 per le risparmio.

Il presidente della Stet, Guido Rossi, ha rintuzzato l'offensiva assembleare del Club Pannella sulla golden share. Rossi ha espresso il suo pieno appoggio alla direttiva del governo: "nonostante quello che ho scritto in passato contro la golden share, oggi non mi sento di contrastarla, perché non possiamo accettare che si passi da un monopolio pubblico a uno privato".

Sul futuro della golden share grava comunque il referendum previsto per questa primavera. Rossi ha tagliato corto: "Se il referendum abrogherà la golden share la toglieremo dallo statuto, non c'è alcun problema".

Rispondendo agli azionisti Rossi ha un po' fatto la vittima: "Mi sento come San Sebastiano, bersagliato da molte frecce, per fortuna non avvelenate, e anche in molti casi spuntate". E ha accusato i radicali di aver taciuto quando fu introdotta la golden share nello statuto dell'Eni ("Allora fui l'unico ad opporsi"). In sostanza Rossi, parlando in "assemblea della grande dissimulazione", ha accusato i critici di catalizzare sul tabù della golden share interessi diversi, che sarebbero poi quelli ostili alla privatizzazione. Ostentando un tono ilare Rossi ha raccontato la storiella araba di quello che vendeva un cammello e del compratore che voleva solo il gatto accoccolato sulla gobba: per avere il gatto quel signore dovette comprarsi il cammello. Interpretazione libera, ma la più gettonata è un avvertimento a chi pensi di prendersi il controllo della Stet con poco.

Rossi ha assicurato che si sta marciando verso la privatizzazione "con una rapidità mai vista in Italia" e, quasi a sottolineare il cambio di stagione rispetto ai tempi di Biagio Agnes ed Ernesto Pascale, non ha perso l'occasione per ricordare che lui della Mmp non vuole neppure sentir parlare. "Dopo la scissione la Mmp è rimasta in capo alla Seat. Non volevo saperne nulla e non voglio saperne nulla".

L'introduzione del tetto del 3% al possesso azionario e del voto di lista per tutelare gli azionisti di minoranza, ordinata dal ministro del Tesoro Ciampi con una lettera a Rossi, è stata rimandata a una prossima assemblea.

"Questa golden share rappresenta un inquinamento del processo di privatizzazioni". Questo il secco giudizio negativo del presidente della Pirelli, Marco Tronchetti Provera, sulla golden share pubblica introdotta per la Stet e della sua ricaduta su tutte le privatizzazioni.

"Se quanto ho letto sui giornali di questi giorni è confermato questa golden share è un vincolo forte, grave. la golden share può essere introdotta, come è stato fatto in privatizzazioni nei Paesi anglosassoni, ma con vincoli, termini di scadenza chiari - ha continuato Tronchetti Provera, interpellato a margine della presentazione dei dati del bilancio '96 della Pirelli - così come prospettata mi pare pesante".

Tronchetti Provera se la prende in particolare con la mancanza di un'indicazione chiara sul quanto dovrà durare la golden share : "Per un minimo di tre anni mi pare una brutta formula, non a caso questa scelta è stata accolta bene dagli oppositori più accaniti delle privatizzazioni".

G. Me.

 
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