Assemblea Nazionale referendaria e liberale
17181920 Aprile Hotel Ergife Via Aurelia n 617, per prenotazioni Tel. 06/6644
Pernottamenti: in singola L. 105.000; doppia L. 65.000; tripla L. 55.000; quadrupla L. 45.000
Si rilancia e si raddoppia: alle 11,30 di oggi, in Corte di Cassazione si presenta il quesito contro il finanziamento pubblico dei partiti. Intanto, si preparano nuovi referendum: su Statuto dei Lavoratori, legge Merlin, trattenute
in busta paga e cassa integrazione, leggi elettorali, contratti nazionali, sovvenzioni pubbliche a sindacati
e patronati, privatizzazioni e mercato...Per una rivoluzione liberale entro la primavera del 1998.
Ed in difesa degli undici referendum da votare: mozioni parlamentari, appello Segni, cinquecento in sciopero della fame, perché i referendum
si facciano a maggio, e non il 15 giugno, quando milioni di elettori non potranno più votare. Se non voteranno almeno il 50% degli aventi diritto, i referendum saranno nulli e la partitocrazia salva. Il Governo, ora, torni nella legalità.
Tutto questo, ad una condizione: che subito, a ridosso di Pasqua, ci giunga l'equivalente di 200 lire ad italiano, centinaia di milioni dalle organizzazioni interessate alla libertà ed al mercato, decine di milioni dai ricchi, che lo sono davvero, nell'animo; tutto il possibile e qualcosa di più da ciascuno degli altri. Per telefono, con le carte
di credito; con vaglia telegrafici, conti correnti, assegni, ed in ogni altro modo. Restano pochi giorni, di sciopero della fame, di amore civile, di lotta, di dignità e di speranza. Buona Pasqua.
Di nuovo, ed in 503, in sciopero della fame. Pannella, da 14 giorni. Altri quotidianamente si aggiungono. Sui referendum che il Governo vorrebbe fissare per il 15 giugno saranno chiamati alle urne 48 milioni di elettori. Nella tornata amministrativa del 27 aprile, circa 9 milioni (un sesto del corpo elettorale); per i ballottaggi dell'11 maggio, meno di 5 milioni. Ma il Governo non sembra curarsene. I referendum devono essere confinati oltre il termine dell'anno scolastico, ed a vacanze già iniziate per milioni di italiani, perché non devono interferire con la "scadenza politica nazionale" rappresentata dal voto amministrativo. Oltre 100 parlamentari hanno depositato mozioni alla Camera ed al Senato, chiedendone la discussione con procedura di urgenza, perché il Governo revochi la decisione di sabotare l'esercizio del diritto di voto sui referendum, e di sequestrare a beneficio dei "partiti nazionali", ed in funzione antireferendaria, i diritti degli elettori e dei candidati nelle consultazioni amministrativ
e.
Questo obiettivo è condiviso e rilanciato da un appello, i cui primi firmatari sono Segni, Baldassarre e con di già tante altre prestigiose adesioni. Ogni giorno che passa senza che il Governo corregga il suo errore o rinunci al suo disegno anticostituzionale e fazioso, viene pregiudicata la possibilità che i referendum si tengano, come sarebbe ragionevole e doveroso, entro la fine di maggio, anziché il 15 giugno, data nella quale (fonte ENIT) il 6 / 7% degli italiani è in vacanza (scaglionate, a partire dal mese di giugno, anche in ottemperanza a precise direttive pubbliche), e, complessivamente, sono fra i 12 e i 18 milioni quelli che passano i fine settimana lontani dai luogo di residenza (e, dunque, di voto). Attribuendo abusivamente alla tornata amministrativa valore di "scadenza" politica nazionale, il Governo oltre a trasferire, altrettanto abusivamente, ai partiti ed ai leaders nazionali" quegli spazi di dibattito che dovrebbero essere riservati alle liste ed ai candidati concorrenti sul piano "loc
ale" otterrebbe il risultato di impedire fino al 15 maggio l'inizio della campagna per i referendum e. fino ad allora di eliminare qualunque riferimento ad essi nei programmi e dibattiti televisivi. I referendum sarebbero così sepolti dal silenzio, mentre il monopolio delle presenze verrebbe affidato nei telegiornali ai celebranti ufficiali e quotidiani delle opere di regime. Come negli anni 30. I referendum sarebbero "giustiziati", perché colpevoli di consentire al popolo sovrano (e non solamente ai partiti) di esprimersi e di decidere. Perché? Perché su quasi tutti i fondamenti (istituzionali, fiscali, giurisdizionali ed economici) del regime, il popolo si esprimerebbe a maggioranza dell'80% come noi auspichiamo. Il rispetto della Costituzione e della democrazia, il voto del popolo sovrano comportano pericoli mortali per il potere. Dunque, più abili di Craxi che vi invitava ad andare al mare, oggi vi obbligano a farlo. Se non vota almeno il 50% degli elettori, i referendum si considerano bocciati, anche s
e (come già è accaduto nel 1990, su caccia e pesticidi) il 90% dei votanti li approva. Chiaro? Che fare? Che fai?
Ai lettori
Ora, però, è necessario ed urgente un segnale di adesione, di collaborazione, di sostegno da parte della parte onesta del paese: abbiamo bisogno che ci giungano nelle prossime ore, almeno il 10 % (2 miliardi) delle risorse necessarie a raccogliere le firme sul referendum di speranza, moralità, pulizia, contro il furto del finanziamento "pubblico". Offriamo a tutte le forze politiche, a tutte le associazioni, a tutti i cittadini che hanno dichiarato la propria indignazione contro il furto della nuova legge sul finanziamento pubblico ai partiti, l'occasione di mobilitarsi e sostenere questa battaglia, che sarebbe certissimamente vincente, poiché come e più che nel 1993 il 90% di voi voterebbe in tal senso. E sarebbe, questa volta, un trionfo civile, definitivo e dalle conseguenze politiche pari a quelle che vi furono con la vittoria del divorzio. Un popolo che, invece, subisse questa violenza senza reagire pur con la possibilità di trionfare e ciascuno di noi che così si comportasse (non fosse che per iner
zia, per pigrizia, per indifferenza) meriteranno il peggio. Noi siamo disponibili a fare la nostra parte, ad assicurare il restante 90% delle risorse economiche, politiche e militanti necessarie per la restituzione del maltolto.
"DROGA"
Marco Pannella è sotto processo per droga, per avere ceduto gratuitamente droghe leggere nel corso di manifestazioni pubbliche, e, in una occasione, durante una trasmissione in diretta televisiva. Insieme a lui sono sotto processo altri 5 militanti radicali (Vittorio Pezzuto, Benedetto Della Vedova, Rita Bernardini, Paolo Vigevano, Mimmo Pinto). Hanno scelto la nonviolenza e la disobbedienza civile come strumento di lotta politica: hanno eletto le aule di giustizia (anziché quelle dei parlamenti, o dei salotti) a luogo di pubblico contraddittorio sugli effetti delle leggi proibizioniste. Le date delle udienze saranno, nei prossimi mesi, gli appuntamenti più importanti per quanti vogliono lottare per cambiare le leggi sulla droga. Si tratta di appuntamenti, luoghi e date, cui invitiamo personalità del mondo dello spettacolo, della cultura, i giovani che dicono "legalizzala!", e tutti coloro che fanno della libertà, della vita civile, la forma della propria esistenza.
I processi di Pannella (se volete esprimere solidarietà):
8 Aprile: Processo Piazza Navona VII sezione penale Tribunale di Roma, ore 9.30, Piazzale Clodio. Incriminazione: cessione di sostanze stupefacenti (fino 6 anni); 27 Maggio : Processo "Italia in Diretta" VI aula Gip Tribunale di Roma ore 9.30. Incriminazione: Cessione di sostanze stupefacenti, Istigazione al consumo (fino a 6 anni), Istigazione a delinquere (fino a 18 anni); 17 Giugno: Processo Porta Portese Tribunale di Roma. Incriminazione: cessione di sostanze stupefacenti in concorso ed in continuazione di reato (almeno 6 anni) ed autodenuncia di Rita Bernardini per associazione a delinquere.
Cancellare il nuovo finanziamento pubblico ai partiti. Liberare il lavoro, davvero, dai vincoli e dalle burocrazie statali e sindacali, dalla rigidità' dei contratti collettivi. Abolire il monopolio pubblico del collocamento, ridurre la disparita' tra lavoro dipendente e gli altri tipi di lavoro. Superare lo statuto dei lavoratori. Abolire le ritenute alla fonte. Affermare la libertà' di scelta tra sanità' pubblica e privata. Togliere alla mafia il monopolio ed il potere della droga. Abolire la legge Merlin.
E' possibile? Si, con nuovi referendum, se ne avremo, se ce ne darete, la forza.
Perché tutti i grandi partiti, a cominciare da quelli di governo, ma anche gli altri, sono ostili ai referendum? Perché noi, continuiamo a proporli, essendo, anche per questo, espulsi dalle istituzioni e da ogni dibattito politico? E perché loro che monopolizzano il potere continuano a volerli vietare?
Chi, dopo l'ennesima strage di referendum fatta dalla Corte Costituzionale, contro la Costituzione e i diritti politici del popolo e dei cittadini, ha perso, e chi ha vinto? Chi ha perso ogni carisma, ogni credibilità, il rispetto e la stima: noi? O la Corte? La grande maggioranza degli italiani, sulle leggi elettorali, sul fisco, sulla giustizia, sulle privatizzazioni e sull'economia liberale, come avrebbe votato? "No", come la Corte, o come già spesso ha fatto, all'80%, al 90% "Si"? E se, come a Belgrado, per un soprassalto di intelligenza e di dignità del popolo italiano (cioè di te, che leggi) venisse raccolta la sfida, sul finanziamento pubblico ai partiti e su tutto il resto? Cosa succederebbe? Credete davvero che la Corte, il prossimo anno, potrebbe nuovamente sequestrare oltre 10 milioni di firme autenticate di elettori, di democratici, di liberali di centro, di destra o di sinistra che siano? Noi intendiamo alzare il tiro: mirare più in alto, ancora più in grande. Ne siamo pronti.
Abbiamo fiducia tanto quanto é grande la loro paura e sfiducia delle opinioni, dei sentimenti, dei risentimenti, delle volontà e delle scelte del "loro" popolo sovrano, secondo Costituzione...
Lo scontro sul finanziamento pubblico dei partiti, sui metodi e sui mezzi con il quale é stato riproposto (dal Parlamento dei partiti, dal Presidente della Repubblica e dalla Corte Costituzionale, ciascuno per la sua parte) assurgerebbe ormai a simbolo di un'alterativa fra due civiltà politiche e giuridiche: come sul divorzio. Lo hanno cercato, questo scontro, confidando nell'ignavia del "loro" popolo, di ciascuno di noi e di voi.
Se lo avranno, i conti saranno chiusi. E avranno chiuso.
E' giunta, inoltre, l'ora di porre radicalmente il problema delle libertà di lavoro, oltre che di impresa, del superamento dello Statuto dei lavoratori, della dittatura burocratica ed oligarchica della Trimurti sindacale, della cassa integrazione, degli uffici di collocamento statali, degli stessi contratti collettivi e nazionali di lavoro, delle trattenute in busta paga, dei pedaggi e dei balzelli medioevali che nuove categorie feroci di esattori e coscrittori raschiano per ogni dove, in ogni tasca di ogni cittadino. Occorre finirla con l'imporre la pensione a chi non la vuole ancora, avendo dinanzi altri vent'anni e più di vita, contraddistinti dall'alternativa fra lavoro nero e divenire passività sociale, invece di vedere sempre più e meglio riconosciuto il valore della sua esperienza. E' necessario imporre i grandi temi della giustizia, non quella in mano alle correnti partitocratiche delle cosche vincenti della magistratura, ma la giustizia giusta, in cui i tempi dei processi civili e penali siano realm
ente certi, in cui, definitivamente, si affermi la responsabilità civile dei magistrati. E perché, infine, non porre al paese il dibattito sulle scelte importanti di civiltà, sulla legalizzazione delle droghe leggere, sull'aborto libero e responsabile e, perché no, sulla legge Merlin, che negli anni ha finito con il rafforzare il mercato criminale della prostituzione?
Firmatari delle due mozioni parlamentari
Camera Dei Deputati
Bicocchi Giuseppe
Boato Marco
Cascio Francesco
Cento Paolo
Colletti Lucio
Frattini Franco
Gasparri Maurizio
Landi Gian Paolo
Landolfi Mario
Maiolo Tiziana
Martino Antonio
Masi Diego
Matranga Cristina
Micciche' Ginfranco
Niccolini Gualberto
Ostilio Massimo
Pace Carlo
Palmizio Elio
Palumbo Giuseppe
Parenti Tiziana
Pecoraro Scanio Alfonso
Procacci Annamaria
Rivolta Dario
Rossetto Giuseppe
Rubino Alessandro
Sanza Angelo
Savarese Enzo
Savelli Giulio
Scaltritti Gian Luigi
Selva Gustavo
Taradash Marco
Tarditi Vittorio
Tortoli Roberto
Turroni Sauro
Vito Elio
Senato Della Repubblica
Andreotti Giulio
Azzolini Antonio
Baldini Massimo
Basini Giuseppe
BattagliaAntonio
Bettamio Giampaolo
Bevilacqua Francesco
Bienza Giuseppe
Boco Stefano
Bonatesta Michele
Bucciero Ettore
Bucci Michele
Callegaro Luciano
Campus Gian Vittorio
CastellaniCarla
Collino Giovanni
Cusimano Vito
Danieli Paolo
Dentamaro Ida
D'ali' Antonio
De Corato Riccardo
De Luca Athos
Demasi Vincenzo
Dentamaro Ida
Di Benedetto Doriano
Filograna Eugenio
Folloni Gian Giudo
Gasperini Luciano
Gawronsky Jas
Greco Mario
Gubert Renzo
Lasagna Bob
Lauro Salvatore
Lisi Antonio
Lubrano Giovanni
Lo Curzio Giuseppe
Maceratini Giulio
Maggi Ernesto
Magnalbo' Luciano
Manca Vincenzo
Manconi Luigi
Mantica Alfredo
Marri Italo
Martelli Valentino
Mazzucca P. Carla
Meloni Franco
Milio Pietro
Misserville Romano
MonteleoneAntonino
Mulas Giuseppe
Mundi Vittorio
Mungari Vincenzo
Napoli Bruno
Novi Emmiddio
Pastore Andrea
Pedrizzi Riccardo
Pera Marcello
Pettinato Saro
Pontone Francesco
Porcari Saverio
Ragno Salvatore
Ripamonti Natale
Sarto Giorgio
Schifani R. Giuseppe
Scognamiglio Carlo
Scopelliti Francesca
Sella Nicolo'
Servello Francesco
Tapparo Giancarlo
Terracini Mario
Tomassini Antonio
Travaglia Sergio
Turini Giuseppe
Valentino Giuseppe
Vegas Giuseppe
Vertone Saverio
I Senatori Guido Dondeynaz, Franco Debenedetti, Giovanni Murineddu, Alberto Robol, hanno ritirato, senza preavviso, la loro firma esponendo l'iniziativa al rischio di fallimento.
Rendiconto dell'impresa radicale
all'incirca 15 milioni al giorno all'intera area radicale, dei quali al nostro Movimento meno di due milioni al giorno. A giorno e notte, piuttosto.
Sia perché l'impresa radicale si svolge, come per l'impero di Carlo V, sotto i fusi orari di tutto il mondo, e per essa, dunque, si può dire che il sole non vi tramonta mai, sia perché in Italia iniziative civili, scioperi della fame, azioni militanti si svolgono ininterrottamente giorno e notte per centinaia di noi.
Avendo così avuto perfino nostri compagni assassinati a Mosca o a Sarajevo; nel Tibet o a Pechino.
Obiettori di coscienza con mesi e mesi di galera, hanno indossato disarmati uniformi militari di paesi vittime di stermini e di aggressioni, dinanzi a trionfanti eserciti criminali neonazisti e neocomunisti.
L'Onu ha voluto dare al Partito Radicale transnazionale il più prestigioso dei riconoscimenti, mai conferito ad alcun partito o Internazionale di partito: lo stesso status che riconosce alla Croce Rossa Internazionale.
In Italia, con oltre 25 milioni di firme autenticate di elettori, abbiamo incardinato nella vita del paese il più vasto e concreto programma di Riforma e di governo alternativo al sistema e al regime, con una quarantina di proposte referendarie; con almeno 20 di queste abbiamo espresso interessi e ideali della grande maggioranza dei cittadini di questo paese.
Abbiamo fatto tesoro di questi milioni quotidiani, al di là di qualsiasi precedente, del politicamente e umanamente immaginabile. Conosciamo certo sconfitte; ma non ci riconosciamo e non siamo di certo dei perdenti. I nostri referendum sono, infatti, stati vietati, sequestrati perché sui più importanti di essi avremmo riscosso come e più che in passato maggioranze dell' 80%, cioè l'Italia sarebbe stata già ora quella che l'80% degli Italiani vogliono, che vogliamo con loro e che "la politica" non vuole.
Continueremo la nostra lotta di partigiani di libertà e di giustizia, per il diritto alla vita e la vita del diritto. Per tanti versi clandestini, quanto più forti; e, unici stranieri nelle patrie di tangentopoli e dei partitocrati.
Ci assilla una domanda: ma perché non viene accolta, ora da tanti di voi, l'offerta di nuove straordinarie lotte di libertà e di riforma? Ma perché tra cinquanta milioni di italiani, milioni di ricchi o di agiati si rifiutano quei pochi miliardi senza i quali "l'exItalia" incalza e rovina?
E' proprio per questo che questi referendum non s'hanno da fare e noi non dovremmo esistere. Per voi, per la gente.
APPELLO PER IL DIRITTO AL VOTO SUI REFERENDUM
I sottoscritti cittadini italiani, premesso che il Governo
a) ha fissato la scadenza elettorale amministrativa per il 27 aprile, nonostante fossero già da settimane in attesa di convocazione undici referendum abrogativi nazionali;
b) ha rifiutato la tempestiva richiesta, avanzata dal Comitato Promotore dei Referendum e da oltre 100 parlamentari, di far coincidere l'appuntamento amministrativo con quello referendario;
c) ha successivamente convocato il voto referendario per il 15 giugno, in una data in cui, dunque, il termine dell'anno scolastico e l'inizio delle vacanze impedirà di fatto a milioni di cittadini italiani l'esercizio del diritto di voto;
considerato che
d) l'appuntamento amministrativo riguarda solo un sesto dell'elettorato e non interessa in alcun modo 40 dei 49 milioni di cittadini elettori;
e) al contrario, la consultazione referendaria consentirà all'intero corpo elettorale di esprimere il voto su 11 diversi referendum;
f) al rinnovo delle amministrazioni comunali cioè ad una scadenza amministrativa e "parziale" non si deve attribuire alcuna valenza politica nazionale, e dunque non esiste né può essere invocata l'esigenza di separare radicalmente i periodi di campagna relativi al voto amministrativo ed al voto referendario;
g) la campagna elettorale non deve essere organizzata attribuendo ai partiti politici nazionali un diritto esclusivo o prioritario di presenza, nell'ambito degli spazi di informazione e propaganda relativi alla consultazione amministrativa, quali quelli loro assegnati in occasione delle campagne elettorali nazionali;
h) la media di votanti nelle consultazioni referendarie, a partire dal 1990, registra una percentuale di partecipazione al voto che supera il 77% per quelle tenutesi nel mese di aprile, ed è pari al 54% per quelle tenutesi nel mese di giugno;
i) il Governo deve consentire e secondare, e non già impedire o compromettere, la possibilità di partecipazione al voto di tutti i cittadini;
Tutto ciò premesso e considerato,
rivolgono un pressante invito al Governo
affinché riconsideri d'urgenza la decisione adottata e, tenendo presente i termini di indizione, fissi la data della prossima consultazione referendaria in una domenica precedente quella del 1 giugno 1997.
Mario Segni
Antonio Baldassarrre
Ferdinando Adornato,
Gianni Baget Bozzo,
Augusto Bocchini,
Walter Baldassarri,
Franco Battiato,
Gaetano Benedetto,
Edoardo Bennato,
Federico Bucci
Ernesto Caccavale,
Giulio Camber
Corrado Canovi,
Achille Chiappetti
Gianfranco Ciaurro,
Paolo Colli,
Marco Columbro,
Carlo Consiglio,
Raffaele Costa,
Gianfranco Dell'Alba,
Raffaele Della Valle,
Renzo De Vidovich,
Giuseppe Di Federico,
Olivier Dupuis,
Rosa Filippini,
Luigi Florio,
Marco Francone,
Ambra Giovene,
Bruno Lauzi,
Miranda Martino,
Marta Marzotto,
Flora Carabella Mastroianni,
Giovanni Mati,
Titta Mazzuca
Roberto Mezzaroma,
Stefano Nespor
Gianfranco Pasquino,
Nicola Pietrangeli,
Fulco Pratesi,
Laura Radiconcini,
Emanuela Rampi,
Carlo Ripa di Meana
Ettore Rotelli
Adolfo Sansolini,
Vincenzo Siniscalchi,
Giulio Staffieri,
Giovanni Tamburrini,
Carlo Taormina,
Adriano Teso,
Roberto Tricarico,
Paolo Ungari,
Silvio Viale,
Edoardo Vianello,
Agostino Viviani
(le adesioni si inviano a Via di Torre Argentina 76, Roma o telefonando al 06689791 oppure al fax 06 68803486 Grazie)
06/68.97.91
E' questo il numero di telefono per i tuoi versamenti con CARTA DI CREDITO.
O altrimenti puoi inviare i tuoi contributi con le seguenti modalità:
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BONIFICO (conto N. 30810) presso la Deutsche Bank (ABI 3104 CAB 03202)
CONTO CORRENTE POSTALE (N. 18948000)
VAGLIA POSTALE intestati a COMITATO PROMOTORE REFERENDUM
Via di Torre Argentina 76, 00186 ROMA.
Bilancio finanziario consuntivo 1996
dell'Associazione politica nazionale "Lista Marco Pannella"
SITUAZIONE FINANZIARIA EFFETTIVA
ALLA CHIUSURA DELL'ESERCIZIO 1996
Entrate finanziarie dell'esercizio 1.952.212.522
Uscite finanziarie dell'esercizio 913.487.231
Avanzo finanziario dell'esercizio 1.038.725.291
Avanzo cumulato dei precedenti esercizi 1.215.352.521
Avanzo cumulato alla chiusura dell'esercizio 2.254.077.812
ENTRATE EFFETTIVE:
1.Quote associative annuali 0
Totale Capitolo I 0
2.Contributo dello Stato:
a) per rimborso elettorale 282.828.831
b) contributo annuale all'attività del Partito 0
Totale Capitolo II 282.828.831
3.Contributi provenienti dall'estero:
a) da partiti o movimenti politici esteri o internazionali 0
b) da altri soggetti esteri 0
Totale Capitolo III 0
4.Altre contribuzioni:
a) contribuzioni straordinarie degli associati 0
b) contribuzioni di non associati (privati,
enti privati, associazioni sindacali) 1.650.346.302*
Totale Capitolo IV 1.650.346.302
5.Proventi finanziari diversi:
a) fitti attivi 0
b) interessi su titoli 0
c) interessi su finanziamenti 0
d) dividendi su partecipazioni e utili da imprese
e altre attività economiche
e) altri proventi finanziari 19.037.389
Totale Capitolo V 19.037.389
6.Entrate diverse:
a) da attività editoriali 0
b) da manifestazioni 0
c) da altre attività statutarie 0
d) da altre fonti 0
Totale Capitolo VI 0
Totale Entrate Finanziarie dell'esercizio 1.952.212.522
(*) 1.200.000.000 sono relativi al rimborso delle spese elettorali percepiti in base all'accordo con il Polo per le libertà la restante somma di L. 350.346.302 é relativa a contributi versati da sostenitori
USCITE EFFETTIVE:
1.Attribuzioni di contributi:
a) al Gruppo Parlamentare alla
Camera dei Deputati 0
b) al Gruppo Parlamentare al Senato 0
c) a Enti e soggetti nazionali 0
d) a Enti e soggetti esteri 0
e) alle sedi e organizzazioni periferiche 339.826.679
Totale Capitolo I 339.826.679
2.Spese di personale:
a) retribuzioni, rimborsi spese e diarie 0
b) oneri previdenziali 0
Totale Capitolo II 0
3.Spese Generali:
a) interessi passivi e oneri finanziari 3.968.839
b) fitti passivi 0
c) imposte e tasse 0
d) manutenzione e riparazione 0
e) spese di amministrazione 0
f) spese diverse:
spese generali 76.070.146
Totale Capitolo III 80.038.985
4.Spese per attività editoriali, d'informazione
e di propaganda:
a) per attività editoriali 0
b) per attività culturali e di informnazione 0
c) per attività di propaganda
e informazione politica 133.982.308
Totale Capitolo IV 133.982.308
5.Spese per campagne elettorali:
spese per campagne elettorali
elezioni politiche del 1996 Camera 155.154.622
residuo spese per campagne elettorali
delle elezioni politiche del 1996 Senato 200.431.497
spese per campagne elettorali
delle elezioni comunali del 1993 3.874.640
spese per campagne elettorali
delle elezioni politiche 1994 178.500
Totale Capitolo V 359.639.259
6.Spese per documentazione e Archivio 0
Totale Capitolo VI 0
7.Spese per altre attività 0
Totale Capitolo VII 0
Totale uscite finanziarie dell'esercizio 913.487.231
Avanzo dell'esercizio 1.038.725.291