"L'EUROPA NON SA DECIDERE"
EMMA BONINO ACCUSA LA POLITICA ESTERA DELLA UE
Intervista sull'Albania al commissario europeo per gli aiuti umanitari
di Federico Rampini
MILANO - Che all'Europa manchi una politica estera, non dovremmo scoprirlo oggi. Ma la crisi dell'Albania è un problema a dimensione italiana, dobbiamo essere capaci di risolverlo con le nostre forze. Il commissario europeo agli aiuti umanitari, Emma Bonino, replica così al vespaio sollevato nei giorni scorsi dalla sua denuncia contro i rigurgiti di xenofobia.
Cacciari le ha risposto in un'intervista a Repubblica: nella tragedia albanese è l'Europa che latita.
"Mi colpisce l'ignoranza delle cose europee che traspare da queste reazioni. L'Italia è europeista in superficie, ma terribilmente ignorante dei vincoli".
Colpa nostra se gli intellettuali europei ci hanno lasciato soli?
"No, il governo italiano si è mosso bene a livello internazionale, ma si è urtato contro delle procedure fin troppo note. La politica estera europea si decide all'unanimità: è bastato il no inglese e un'alzata di sopracciglio dei tedeschi per impedire un'iniziativa europea. L'Italia è stata rimandata all'Osce, e da lì all'Onu. La regola dell'unanimità produce paralisi, prima di noi l'hanno sperimentato i tedeschi per la Croazia e i francesi per lo Zaire. Ma un'Europa senza politica estera comune non può affrontare le sfide del Duemila. Questa deve essere una priorità assoluta nella revisione di Maastricht".
Intanto l'Italia è alle prese con la tragedia del naufragio
"Se le cose fossero andate più in fretta, invece del blocco navale doveva già esserci un'operazione di polizia internazionale albanese".
Alla fine l'intervento italiano ci sarà, sotto bandiera Onu. Lei che ha seguito tante emergenze, da Sarajevo allo Zaire, come valuta i rischi?
Non conosco operazioni a rischiozero, e questa certamente non lo sarà. Ma la pace è un valore, non solo umanitario poiché significa stabilità e sicurezza dei commerci e degli affari. Come ogni valore ha un costo. E' positivo che la forza d'intervento veda a fianco italiani, francesi, spagnoli e greci. Potrebbe dare inizio a una consultazione permanente che tracci, al di là dell'intervento militare, una strategia per i Balcani. Purchè si evitino gli errori recenti".
Quali errori?
"Abbiamo dimenticato che economia di mercato e democrazia devono crescere insieme. Abbiamo promosso i dirigenti albanesi per il loro liberismo intriso di corruzione, e non abbiamo denunciato i brogli elettorali. Non costruisce prima il capitalismo e poi i diritti civili. Il mercato richiede istituzioni democratiche, invece l'Europa in Albania ha ceduto al mito dell'uomo forte. Di soldi ne abbiamo spesi: 900 miliardi di fondi europei all'Albania, sono il più elevato aiuto pro capite fornito da Bruxelles a un Paese dell'Est. Ma se non c'è una strategia i soldi non bastano".
Il prezzo lo paghiamo con l'emergenza profughi.
"Un'emergenza piccola piccola: cosa sono diecimila profughi? E' qui che mi preoccupa la sbandata xenofoba che ho denunciato nei giorni scorsi. Mi preoccupa perché nasconde i veri problemi.
Primo: i Balcani sono un buco nero nella geopolitica del nostro continente, e non c'è un progetto europeo per salvarli. Secondo: l'Italia è l'ultima isola monoetnica in un Mediterraneo dove l'esplosione demografica non è equilibrata dallo sviluppo economico. Presto l'Africa settentrionale avrà 140 milioni di abitanti, senza ricchezza e senza lavoro. Dove andranno?
Ma cosa può fare l'Italia da sola?
"Se l'Europa non ha un progetto per il Mediterraneo e per il Sudest, chi deve indicarlo, se non l'Italia? Guardiamo cosa ha fatto Kohl per l'Est. La Comunità non aveva un grande disegno strategico per la per la Polonia e l'Ungheria, Kohl sì. Alla fine la linea tedesca è diventata la strategia europea. Così l'allargamento dell'Unione sarà tutto a NordEst, tutto mittleuropeo, e il fianco Sud resta pericolosamente scoperto. Tocca all'Italia colmare questa lacuna, assumersi la leadership di un grande progetto per i Balcani e per il Mediterraneo. Se non lo facciamo noi, certo non possiamo aspettarcelo dai finlandesi".